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Tracce dell'acquedotto Traiano dell'Anio Novus

    Descritto da Frontino, fu costruito nel I sec. D.C. dagli imperatori Caligola e Claudio. Siccome le acque giungevano torbide a Roma, Traiano dovette prolungarlo di altri 10 km fino al lago più alto della villa neroniana, dove l'acqua era limpidissima. Restaurato successivamente da altri imperatori, nel corso della guerra gotica, durante l'assedio di Roma, fu da Vitige tagliato con gli altri acquedotti, per impedire l'afflusso di acqua potabile nella città. Al tempo di S. Benedetto era in piena efficienza.

    Affiorano tracce di esso nelle vicinanze del ponte S. Mauro e nella contrada Suriva, dove sono venuti alla luce recentemente alcuni cunicoli incisi nella viva roccia e due pozzi in parte in parte scavati in essa ed in parte chiusi con opere murarie, destinati a rifornire d'acqua talune strutture della Villa di Nerone ed il Battistero della pieve di S. Lorenzo. Altre tracce si notano lungo via della Pila e nelle contrade di Campo d'Arco, costa Pignatara e Rocca di Cona.

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