A zonzo nel Parco dei Monti Simbruini
La seconda settimana inizia con una tappa decisamente lunga e altrettanto bella, durante la quale si farà il pieno di faggete e più o meno grandi pianori carsici. Non si salirà su nessuna cima però si andrà a zonzo per il Parco attraversandone un buon pezzo.
Lasciando la dolce conca di Livata si risale un'incisione valliva in direzione NE verso Fonte Acquaviva e oltre fino alla piccola frazione in quota di Campo dell'Osso (segnavia CAI 672a). Proseguendo per il 673c, al principio si bordeggia sul fianco destro la strada asfaltata che sale verso gli impianti da sci de la Monna, si giunge ad un bivio ignorandolo, si oltrepassano le piste da discesa e si lambisce la parte bassa del primo bell'alpeggio di Campo Minio.
Si va oltre e con una salita più sostenuta ecco intercettare una strada bianca che ci farà affacciare sul balcone panoramico de le Vedute, prodromo del notevole punto d'osservazione a 360 gradi che si gode dalla cima di Monte Autore, raggiunta da lì dopo appena altri 20 minuti. Ritornando alle Vedute si prendo il lungo e favoloso Vallone dell'Autore in direzione NO, valle incastonata in un'immensa faggeta e che nella parte mediana è punteggiata da stretti prati allungati che fanno rimirar il cielo. Un bivio segnala che sulla sinistra, con il segnavia 673d, si può tornare a Campo dell'Osso attraversando l'altra bella località dei Cannavacciari.
Come un immissario in un bacino, la valle sfuma sull'immenso e strabiliante pianoro carsico di Camposecco, passando dall'ombra dei boschi alla luce delle praterie di quota. Si punta verso la casetta-ricovero conosciuta come Rifugio di Camposecco e si prende per la manciata di segnavia del gruppo 664 che conducono verso l'abitato di Camerata Nuova. Attraversando altri pascoli di una valle laterale si giungerà alle rovine dell'antico abitato di Camerata, distrutto nel 1881 da un incendio, e da qui con una discesa più impegnativa si arriverà infine al paese.