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Lo scoiattolo europeo (Sciurus vulgaris Linnaeus)

Comunemente conosciuto come scoiattolo comune europeo o scoiattolo rosso, lo Sciurus vulgaris è l'unica specie autoctona o indigena di scoiattolo arboricolo presente in Europa e in Italia. A dispetto del nome, la colorazione del mantello può andare dal rosso mattone, al marrone, fino al nero.

    Lo scoiattolo europeo (Sciurus vulgaris Linnaeus)

    Comunemente conosciuto come scoiattolo comune europeo o scoiattolo rosso, lo Sciurus vulgaris è l’unica specie autoctona o indigena di scoiattolo arboricolo presente in Europa e in Italia. A dispetto del nome, la colorazione del mantello può andare dal rosso mattone, al marrone, fino al nero.  Sul territorio italiano gli studiosi hanno individuato la presenza di tre sottospecie, di cui una elevata recentemente al rango di specie: lo S.v. fuscoater, nell’Italia settentrionale, riconoscibile spesso da una diversa colorazione tra mantello (rosso) e coda (nera), S.v. italicus nel Centro-Sud Italia, caratterizzata generalmente da uniformità di colore tra il mantello e la coda, che va dal rosso al marrone scuro, ed infine la nuova specie riconosciuta, S. meridionalis, presente esclusivamente in Calabria e Basilicata, con colorazione generalmente scura.  

    La specie risulta quindi abbastanza diffusa su tutto il territorio nazionale ed è possibile avvistarlo dalle pinete costiere fino ai boschi delle Alpi e degli Appennini, ma la si può trovare anche in giardini e parchi urbani.

    A prescindere dalle sfumature cromatiche del mantello che caratterizzano le diverse popolazioni, lo scoiattolo è un animale arboricolo il cui peso varia tra 240 e 400 grammi, ed è caratterizzato da una coda lunga e folta che gli consente di proteggersi dal freddo, di mantenere l’equilibrio nei salti tra i rami e di attirare il partner durante il corteggiamento. Non di rado, e soprattutto in inverno, le orecchie sono sormontate da ciuffi di peli che contribuiscono a conferire allo scoiattolo un aspetto caratteristico e piacevole da osservare.

    Le zampe posteriori, più lunghe di quelle anteriori permettono all'animale di muoversi con molta agilità sul terreno, mentre le forti unghie curve e i cuscinetti plantari gli consentono di arrampicarsi con sorprendente abilità sugli alberi e di camminare sui tronchi verticali.

    Costruisce il nido nelle biforcazioni degli alberi o più raramente utilizza i buchi naturali presenti nei tronchi; il nido è costruito con rametti intrecciati e foglie, protetto da muschio e corteccia all’interno. Può avere fino a due gravidanze l’anno quando le risorse nutritive sono abbondanti, con una media di 3-4 piccoli a parto che dopo circa 80 giorni sono completamente indipendenti dalla madre.

    È un roditore onnivoro, particolarmente ghiotto di semi e frutti delle conifere, che rosicchia con i potenti incisivi, ma a seconda dell’habitat si nutre anche di quelli delle latifoglie, come ad esempio faggiole, castagne e noci. A volte si nutre anche di frutti freschi, funghi e tartufi, e persino di larve e adulti di insetti, nonché di uova di uccelli. Data la varietà di risorse a sua disposizione, lo scoiattolo rosso non va in letargo vero e proprio ma rallenta la sua attività in inverno e in autunno, quando c’è abbondanza di risorse alimentari altamente energetiche, le immagazzina nel terreno o tra le cavità degli alberi creandosi così le riserve necessarie per affrontare il periodo invernale e il periodo riproduttivo primaverile.

    Tali caratteristiche rendono lo scoiattolo comune un fattore di fondamentale importanza per la biodiversità forestale poiché è in grado di disseminare semi e spore consentendo un adeguato ed efficace processo di rinnovamento forestale.

    Nonostante sia una delle specie di mammiferi più diffuse in Italia, la specie risulta presente nella lista IUCN delle specie minacciate (il più completo inventario del rischio di estinzione delle specie a livello globale che grazie ad un sistema di categorie e criteri quantitativi e scientificamente rigorosi, rappresenta lo standard mondiale per la valutazione del rischio di estinzione degli esseri viventi). È classificata come a Minor Preoccupazione (Least Concern) in quanto, pur avendo una discreta diffusione in Europa, è fortemente minacciata dall’espansione dello scoiattolo grigio americano (Sciurus carolinensis), di origine nord-americana, introdotto (alloctono, esotico o alieno) in Italia e in Europa come animale da compagnia e poi spesso rilasciato in natura non volendo più tenerlo in casa. Il mantello di questa specie, che è leggermente più grande in dimensioni, è sempre grigio, con parti rosso mattone su muso, zampe e fianchi. Non ha i ciuffi auricolari e la coda presenta due bande laterali bianche molto caratteristiche. In Italia, lo scoiattolo grigio è presente attualmente in Piemonte, Lombardia, Liguria, Veneto ed Umbria ed ha già messo a serio rischio le popolazioni di scoiattolo rosso.

    L’incompatibilità tra le due specie non è dovuta all’aggressività fisica del grigio verso il rosso, quanto piuttosto a quella che viene definita tecnicamente “esclusione competitiva”: lo scoiattolo rosso e lo scoiattolo grigio sono entrambi arboricoli e diurni, consumano le stesse risorse alimentari e producono un numero simile di piccoli negli stessi periodi dell'anno. Inevitabile, con caratteristiche così simili, l’instaurarsi di una forte competizione in cui la specie “forte”, vincente, tenderà a prevalere su quella più “debole”, che sarà portata all’estinzione. Purtroppo, quella debole è proprio lo scoiattolo rosso, ormai protagonista di numerosi progetti di conservazione.

    Un’altra non trascurabile minaccia per lo scoiattolo è rappresentata dalla crescente frammentazione dell’ecosistema boschivo/forestale che, come per molte altre specie, può portare ad una riduzione o frammentazione della popolazioni e ad un cambio dello status di conservazione. Di contro, nelle zone in cui si sta assistendo ad un progressivo abbandono dei pascoli e ad una ricolonizzazione delle superfici ad opera delle specie forestali, le popolazioni di scoiattolo comune sono in ripresa, come accade nel territorio del Lazio meridionale, dove la presenza di aree protette regionali ha contribuito ad un ritorno di una specie che era scomparsa o fortemente rarefatta.

    (Scheda realizzata con il contributo dei Volontari del Servizio Civile del Parco Monti Ausoni e Lago di Fondi)

    Foto di Dario Capizzi

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