ParchilazioParchilazio

Gabi e la calamita del Lago di Fondi (prima parte)

Una volta il pesce del Lago di Fondi era molto ricercato, soprattutto la calamita considerata più pregiata della spigola. Venivano a comprarla direttamente sulle barche, storcevano i pesci ancora vivi così nelle cassette assumevano la tipica forma con la coda in su.

Gabi ha 11 anni e ha la testa piena di animali e piante.

Gabi ha un problema con il mangiare.

Ma non quello che si potrebbe pensare, cioè che non mangia o che rifiuta il cibo o cose di questo tipo. No!!! È solo che Gabi è speciale, e anche nel mangiare è fatta a modo suo.

Prima di mangiare qualcosa deve sapere tutto di quel cibo, da dove viene, come è stato prodotto o allevato, come è stato trattato, come è stato trasformato e confezionato.

Per mangiare una cosa, quella deve prima poter entrare nella sua testa.

Gabi sente di aver bisogno di ringraziare quell’alimento che la nutre; sa benissimo che come essere vivente ha bisogno di mangiare altri esseri viventi, ma ha imparato presto che ogni essere vivente può entrare nella sua testa e parlare e giocare con lei.

Quindi non mangia ciò a cui non può parlare.

E come fa a parlare a ciò che è fatto di mille cose diverse provenienti da chissà dove?

È facile invece parlare ad una zucchina, Gabi conosce la pianta che la produce, la sua famiglia di appartenenza, a quanto sole ha dovuto esporsi e quanta acqua raccogliere.

Introdurre un nuovo alimento per sua madre può essere facilissimo oppure essere un’impresa impossibile.

Gabi è fatta così, come quella volta che ci volle più di una settimana per farle conoscere tutte le galline del pollaio che facevano le uova che la signora Lina vendeva al mercatino del mercoledì.

Il cefalo calamita o semplicemente calamita è un pesce buonissimo del Lago di Fondi, Gabi lo deve conoscere prima di poterlo mangiare.

Tramite un amico del Parco, il padre di Gabi ha organizzato una giornata insieme ai pescatori del Lago di Fondi.

L’approdo è tra le cannucce palustri, una piccola baracca sospesa a palafitta sull’acqua, un tempo serviva da “posta” per cacciare folaghe e anatre.

Ugo e i figli hanno appena finito di ormeggiare il gozzo, il pesce è già stato scaricato, solo due cassette.

Ugo guarda Gabi e le sorride

- Cosa volete sapere?

- Della calamita!

- La calamita è un pesce di mare, simile al cefalo, ma a differenza del cefalo che mangia ovunque, anche nei porti, la calamita entra nel Lago e mangia bene, si nutre di alghe e la sua carne è pregiata, migliore di quella del cefalo.

- Come va la pesca? – Gli chiede Gabi.

- Poca roba… Hai visto!!! Solo due miseri cassettini! È un mese e più che il pesce non entra, c’è una barra sabbiosa alla foce di Torre Canneto che limita l’ingresso dell’acqua del mare nel Lago e quindi del pesce che qui viene per mangiare e riprodursi.

- Anche la calamita?

- La calamita viene solo per mangiare, da settembre a novembre depone le sue uova a mare. Il Lago di Fondi è un lago salmastro, si pesca il cefalo, la calamita, la spigola, i lattarini. Ma qui vivono anche specie tipicamente di acqua dolce come la tinca, il persico, la roverella e la carpa.

- Com’è ora la pesca rispetto a prima?

Ugo si rivolge direttamente a Gabi

- Ho 82 anni e pesco nel Lago da quando avevo l’età tua. Ci sono molti problemi, ma il pesce c’è, dobbiamo allargare le maglie per prendere pesci più grandi, un tempo le stringevamo. Il problema, caso mai, è che prima pescavi 20 chili di pesce e facevi la giornata, oggi con un quintale non ci fai la giornata, questo è il vero problema. La calamita la portiamo a Formia per 6 euro la cassa.

- Come è cambiato il mercato di questo pesce?

- Prima il pesce del Lago di Fondi era molto ricercato soprattutto dai napoletani a cui piace molto il cefalo e soprattutto la calamita che considerano più pregiata della spigola. Venivano a comprarla direttamente sulle barche, storcevano i pesci ancora vivi così nelle cassette assumevano la tipica forma con la coda in su.

- Come si pesca sul Lago?

- Sono rimaste poche barche che fanno la pesca nel Lago, un tempo eravamo molti di più, almeno 15 barche. Usiamo come allora la cefalara, le reti da posta, la sciabica per il lattarino, e poi ci sono la martavella e il martavellone.

Ugo è molto disponibile, ma li lascia subito al figlio Luca che li fa salire sul vecchio gozzo e li accompagna per un giro sul Lago.

A bordo ci sono le reti utilizzate quella mattina, Luca chiacchiera e fa vedere a Gabi come si individuano i pesci da piccole increspature sull’acqua. Per la cefalara è importante l’avvistamento del pesce per buttare le reti. Con una metodologia che ricorda le tonnare, si circonda il banco e si tira su con una rete chiusa a sacco.

- Anche la calamita, come il pesce azzurro, è un pesce gregario che si muove in gruppo. Qui nel Lago ha pochi predatori, praticamente nessuno perché il luccio è di acqua dolce e qui non vive, il serra, il grande predatore, non entra ma aspetta fuori, alla foce.

- Come si mangia la calamita? – Chiede il papà di Gabi.

- In tanti modi diversi…

Tornano, e si danno appuntamento per la prossima uscita e Luca li invita a partecipare alla pesca ma… un po’ più presto la mattina.

Nei giorni successivi Gabi, sull’albero, si accorge che un banco di pesci comincia a girare nella sua testa.

Sorride a quel banco argentato… A Gabi i banchi, i branchi, gli stormi, gli sciami, le colonie e i gruppi le sono simpatici, sembrano nascondere segreti inaccessibili a chi vive da singolo individuo.

 

Testo di  Paolo Mastrobattista
Coordinamento  di Gaetano Orticelli
Foto archivo Parco Monti Ausoni e Lago di Fondi e http://www.storienogastronomiche.it/calamita-del-lago-di-fondi-pesce-tipico-del-lazio/

I protagonisti sono reali come pure i fatti e i colloqui.
Si ringraziano i pescatori del Lago di Fondi per le informazioni fornite e per la cortesia e disponibilità dimostrata durante l’intervista effettuata dal personale del Parco Monti Ausoni e Lago di Fondi anni fa, da cui questa storia di Gabi trae ispirazione.

In questo articolo si parla di:

La mappa di Parchilazio.it

Cerca nella mappa