
Il territorio
La Riserva Naturale del lago di Canterno si trova a nord-est della Provincia di Frosinone.
Territorialmente è divisa tra i comuni di Ferentino, Trivigliano, Fumone, Fiuggi e Torre Cajetani, e si sviluppa nel versante meridionale dei monti Ernici, alla quota di 720 m s.l.m., ed ha un’estensione superficiale di 1824 ettari. Nel cuore della riserva si sviluppa il Lago di Canterno con un bacino di circa due km². Ai primi dell’800 al posto dell’attuale lago esisteva una pianura coltivata e le acque dei fossi Cese e Diluvio la percorrevano fino a gettarsi in un inghiottitoio detto il Pertuso.
Questo cominciò ad ostruirsi per i materiali convogliati dal crescente afflusso, cosicché nella parte più bassa della conca le acque cominciarono a raccogliersi in un lago. Nel passato sono stati effettuati diversi tentativi per liberare il Pertuso, ma inutilmente.
L’inghiottitoio ha comunque continuato a svolgere la sua funzione, anche se in modo parziale, e ciò ha determinato almeno 12 naturali scomparse e ricomparse del lago, fino al 1942, anno in cui la società Elettrica Romana rese permanente il bacino lacustre costruendo una torre di presa sull’inghiottitoio. Questa funziona come una diga, collegata ad una condotta forzata ricavata nella galleria naturale sotto l’inghiottitoio, che permette di sfruttare l’acqua per produrre energia idro-elettrica.
La vegetazione
Il lago di Canterno, situato ad una quota di circa 530 m s.l.m. è soggetto ad una notevole fluttuazione del livello delle acque, e questo fa si che in alcuni tratti sia povero di vegetazione ripariale. Tra le specie erbacee igrofile il poligono anfibio (Polygonum amphibium), che si adatta a vivere sia come pianta acquatica che come pianta terrestre; l’erniaria grigiastra (Herniaria incana), una pianta che un tempo era considerata un rimedio contro l’ernia; il ranuncolo napoletano (Ranunculus neapolitanus); il crescione palustre (Rorippa palustris), la cinquefoglia sdraiata (Potentilla supina); lo zigolo del micheli (Cyperus michelianus) simile al papiro, con fusti alti e sottili che portano foglie a raggiera simili alle bacchette di un ombrello aperto.
La tipica vegetazione palustre caratterizzata da giunchi, cannucce, ranuncoli acquatici ecc, non si sviluppa lungo le coste del lago ma a ridosso dei vari fossi naturali che convogliano le acque meteoriche (il Fosso del Diluvio, il fosso Dove, il fosso Padrone e il fosso Riopreta). Nella zona orientale del lago, a poca distanza dalle sponde, sono presenti estesi campi ad uso agricolo e per il pascolo. Le forme arboree iniziano a svilupparsi dal limite di massimo invaso delle acque (550 m s.l.m.); più a valle si trovano latifoglie igrofile come salici (Salix alba e Salix fragilis) e pioppi (Populus alba e Populus nigra). Salendo di quota invece specie tipiche dell’Appennino, caratterizzate da formazioni boschive di querce rappresentate essenzialmente dal cerro (Quercus cerris) e da boschi misti di latifoglie come il carpino nero (Ostrya carpinifolia), la roverella (Quercus pubescens), l’acero campestre (Acer campestre) e l’orniello (Fraxinus ornus).
Un microambiente interessante è offerto dalle siepi, rappresentate essenzialmente da ginestre e da specie appartenenti alla famiglia delle rosacae come i rovi Rubus fruticosus e i biancospini Crataegus monogyna: queste offrono riparo ad animali selvatici e vengono utilizzate da molti uccelli per la deposizione delle uova. Questi microambienti si ritrovano anche sugli isolotti che caratterizzano il lago: in questo caso le siepi sono capaci di resistere ai continui cambiamenti del livello delle acque.
La fauna
La Riserva, anche se non molto estesa, presenta una notevole varietà di ambienti naturali, ciascuno dei quali è caratterizzato dalla presenza da elevata biodiversità. Molte le specie di uccelli presenti, sia stanziali che di passo. Tra le specie collegate all’ambiente lacustre il cormorano (Phalacrocorax carbo), l’airone cenerino (Ardea cinerea), la garzetta (Egretta garzetta), lo svasso maggiore (Podiceps cristatus), la folaga (Fulica atra), il germano reale (Anas platyrhynchos), il cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus). I rapaci sono abbondanti, sia notturni che i diurni: tra i più comuni il gufo comune (Asio otus), l’allocco (Strix aluco), il barbagianni (Tyto alba), la poiana (Buteo buteo), il gheppio (Falcus tinnunculus) lo sparviero (Accipiter nisus), il nibbio bruno (Milvus migrans). Tra i mammiferi sono presenti la volpe (Vulpes vulpes), la faina (Martes foina), il cinghiale (Sus scrofa), l’istrice (Hystrix cristata), il tasso (Meles meles), e molti piccoli roditori e insettivori.
Nel lago, inoltre, sono molte le specie ittiche presenti, tra cui la carpa (Cyprinus carpio), l’anguilla (Anguilla anguilla), la tinca (Tinca tinca) il persico (Perca fluvialis), il carasso (Carassius carassius).