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Martelloscopio nella Riserva Naturale Regionale Selva del Lamone

    La Selva del Lamone è composta per lo più da cerrete pure o miste che mostrano caratteristiche mesofile (come nei crateri lavici di collasso e in quasi tutto il settore più orientale della Riserva), ed a tratti termofile (come sulle sommità degli accumuli di massi lavici e nel settore occidentale). Nel primo caso il cerro e' affiancato dal carpino nero, dal carpino bianco, dal nocciolo come specie caratteristiche; nel secondo caso dal leccio, dalla roverella, dalla fillirea a foglie larghe. Pressochè ubiquitari sono l'acero campestre, l'acero minore.

    I “martelloscopi” vanno intesi come aree boschive in cui i tecnici forestali possono simulare attività selvicolturali, comparando diversi tipi di interventi, e misurandone l’efficacia. Creando dei modelli che serviranno per la determinazione delle finalità di utilizzazione del bosco, potendone valutare a priori i costi/benefici delle possibili azioni, e permettendo la promozione di idee innovative fondamentali per accordare la tutela della biodiversità con lo sviluppo sociale.

    Un compito importante è l’utilizzazione di questa tecnica, per scopi didattici nella formazione del personale forestale.

    Il termine martelloscopio deriva da quello di martellata , operazione effettuata dai tecnici con il loro “martello forestale” sugli alberi da tagliare.

    I nostri Ringramziamenti sono rivolti  al Dipartimento Agricoltura Ambiente ed Alimenti, ed al Dipartimento Bioscienze e Territorio dell'Università del Molise in particolare al gruppo di lavoro formato da:

    Giovanni Santopuoli

    Serena Antonucci

    Cesar Alvites

    Pierdomenico Spina

    Concetta Liselli

    Andrea Schiavano

    Giuseppe Campanella

    Alessandro Ceccarini

    Pierluca Gaglioppa

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