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Il Grifone

Gypus fulvus

    Il Grifone, Gypus fulvus, è un avvoltoio di grandi dimensioni (apertura alare di 240 – 280 cm) e facilmente distinguibile per il capo piccolo ed il collo assai lungo, che tuttavia durante il volo non è così evidente. È un avvoltoio coloniale che si nutre di carcasse di grossi mammiferi sia domestici (pecore, bovini, equini) che selvatici (cervi, cinghiali).
    Il grifone necessita di vaste aree aperte, con preferenza per i rilievi, gli altopiani e le pianure steppiche e nella nostra regione frequenta un’altitudine variabile tra gli 800 e i 2400 m s.l.m. Nidifica in pareti rocciose poco accessibili non solo in aree montuose ma anche su falesie costiere.
    È dotato di un’ottima vista grazie alla quale riesce ad avvistare le carcasse di animali di cui si ciba.

    I grifoni volano in gruppo, mantenendosi in contatto visivo tra loro. Quando un individuo avvista una carcassa e scende a terra, viene seguito dagli altri componenti del gruppo.
    Dopo la sua estinzione, il grifone è stato reintrodotto negli anni ‘90 nella Riserva Naturale Orientata del Monte Velino (AQ), gestita dal Corpo forestale dello Stato e successivamente in località Frattura in comune di Scanno (AQ). In queste due aree sono stati rilasciati 97 esemplari, provenienti dalla Spagna. Dal 2006 alcune coppie hanno cominciato a nidificare nella nostra regione ed oggi la specie frequenta principalmente
    le Montagne della Duchessa e i Monti Simbruini.
    I principali fattori di minaccia che hanno portato all’estinzione del grifone in gran parte d’Italia sono l’avvelenamento di carcasse di mammiferi di grandi dimensioni (una pratica criminale per eliminare cani vaganti, lupi e volpi), e la collisione con le linee elettriche, ma anche l’abbandono di pascoli di alta quota e di pratiche pastorali tradizionali.
    Il progetto che ha riportato il grifone nei nostri cieli ha avuto un’ottima riuscita. Ora dobbiamo però sorvegliare e adottare le giuste misure di conservazione per consentire a questa specie di continuare a solcare i nostri cieli e, perché no, consentire a noi di godere del suo volo.

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