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4 Dicembre 2014

La suggestione delle cascate di Monte Gelato

Le acque, il fiume, la forra

Monte Gelato è una zona frequentata da epoche remotissime. Lo testimonia una lama di selce risalente al paleolitico, circa 12.000 anni fa, rinvenuta a poco distanza.

Per le loro particolarità: la ricchezza d'acqua e la protezione che potevano assicurare le forre, le strette valli fortemente incise, questi luoghi furono abitati con continuità da qualche millennio avanti Cristo fino ai giorni nostri. Passando per la civiltà falisca prima, e romana poi, e per tutto il medioevo. Il mulino che sfrutta la forza motrice dell'acqua risale alla prima metà dell'800 ed è rimasto in funzione per oltre un secolo. Attualmente è uno dei centri visita del Parco.

L'elemento più noto e frequentato della zona sono le cascate. Il fiume Treja, con un salto naturale di un paio di metri, crea un ventaglio d'acqua. Uno scenario assai suggestivo e fascinoso, soprattutto in alcune particolari condizioni stagionali, quando la nebbiolina che si alza dall'alveo del fiume ricopre e sfuma i contorni del paesaggio, o quando il gelo disegna gli argini e i rami degli alberi. In estate la frescura del sottobosco si somma a quello delle acque spumeggianti e le cascate diventano così rilassanti da assumere una funzione quasi terapeutica per l'anima.

La forra si può percorrere verso valle ancora per un bel tratto, a circa 400 metri dalle cascate c'è l'Isola dell'Orso, un altro luogo veramente incantevole. Il fiume si biforca creando un'isoletta centrale, con degli alberi che ci crescono sopra. Aceri, pioppi, farnie, ontani, carpini e, sulla sommità della forra, lecci fanno da contorno a un paesaggio potente e quasi drammatico. Nella penombra della forra i pensieri si raccolgono e ci si sente parte di uno scenario senza tempo. Siamo nel Parco Valle del Treja.

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