
Dai boschi al mito, attraverso storie e leggende
Certe giornate ventose, come spesso capitano nella valle del Treja, il vento scuote gli alberi e il bosco si anima di uccelli che planano senza sforzo. I pendii scoscesi che scendono al fiume sono fitti di un verde mutevole, scuro quello delle querce, come cerri e farnie, argenteo quello dei pioppi. Si distinguono aceri, tigli, ontani… Le nuvole corrono e gli alberi sembra che vogliano seguirle.
Vedere il bosco così dà un'idea di grande vitalità, la percezione profonda che una foresta, costituita da infiniti singoli alberi, è un essere vivente complesso, nel quale ogni cosa – piante, animali e rocce – è interdipendente. Ma, al contrario, si può anche scegliere di soffermarsi al dettaglio, scoprire che la verità di un bosco può essere rivelata da un germoglio, da un fiore, da una pietra. È possibile capire un'intera foresta dalle foglie o dall'acqua che l'attraversa, basta saper osservare.
Nel Parco del Treja, oltre ai versanti boscati da secoli, il bosco si è riappropriato dei suoi spazi originari lungo la valle del fiume, dopo che i coltivi sono stati abbandonati. Quello che nelle foto della prima metà del secolo scorso si presentava come un rincorrersi di orti geometrici, totalmente sgombri da alberi, oggi è un'impenetrabile unica chioma, che quasi nasconde il fiume.
Il bosco è stato per secoli e millenni fonte di risorse di ogni tipo, non solo materiali. Gli alberi alimentavano i fuochi, ma soprattutto i miti sacrali che legavano la comunità al territorio. La dimensione ecologia del verde è sempre stata inscritta in una sfera più grande, quella spirituale, ancestrale. Il simbolismo che connota l'albero, ad ogni latitudine e per ogni religione, lo assimila all'asse del mondo, ne fa un pilastro del cielo. L'albero, con la sua verticalità, è la più manifesta contraddizione della legge di gravità. I suoi tre livelli (le radici sotterranee, il fusto in superficie e le foglie nell'aria), insieme alla miracolosa capacità rigenerativa stagionale, rappresentano una forza simbolica che attraversa tutte le culture.
Per vedere tutto questo non è necessario andare nelle foreste infinite del Canada o dell'Europa settentrionale, basta fare più semplicemente una passeggiata intorno a Roma. Nella Valle del Treja, per esempio, dove i boschi segnano il paesaggio, i corsi d'acqua hanno scavato per centinaia di migliaia d'anni il tenero tufo rosso e le foreste sono ancora la parte predominante del territorio.