Nel suo libro "Rigenerare il futuro – Dall'io al noi", presentato nel Chiostro di San Domenico, Andrea Riccardi analizza le cause dei fenomeni di isolamento, chiusura e autoreferenzialità che caratterizzano la condizione esistenziale di un numero sempre crescente di persone all'interno della nostra società
Organizzata dal Comune di Fondi e dal MOF con il patrocinio dell’Ente Parco Monti Ausoni e Lago di Fondi, che ha messo a disposizione la suggestiva location del Chiostro di San Domenico, si è svolta lunedì 26 scorso la presentazione dell’ultimo libro del prof. Andrea Riccardi “Rigenerare il futuro – Dall’io al noi”.
Hanno dialogato con l’autore il saggista ed editorialista Mario Giro, Mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la vita, il presidente della Comunità di Sant’Egidio prof. Marco Impagliazzo e l’onorevole Antonio Tajani, Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
L’attualità del tema oggetto della pubblicazione e la qualificazione e il prestigio degli ospiti invitati a discuterne hanno richiamato una folta cornice di pubblico, che ha seguito con viva partecipazione il succedersi degli interventi, tutti ricchi di osservazioni e di spunti di estremo interesse.
Al centro delle riflessioni che nel suo libro il prof. Riccardi propone alla nostra attenzione c’è l’analisi delle difficoltà relazionali all’interno di una società che, a dispetto del vertiginoso moltiplicarsi dei mezzi di comunicazione che dovrebbero favorire i contatti interpersonali, vede sempre più accentuarsi fenomeni di solitudine, chiusura e abbandono: fenomeni che colpiscono soprattutto coloro che vivono in una condizione di fragilità, di vecchiaia e di povertà.
A partire dagli ultimi decenni del secolo scorso si è infatti prodotto quello che è stato definito un “grande cambiamento climatico culturale”, segnato dalla crisi della famiglia, dei partiti, delle associazioni, da un calo del volontariato, dal ritorno al concetto di guerra come modo normale di risoluzione dei conflitti. Aumentano i casi di disagio giovanile; un terzo dei nuclei familiari è composto da una sola persona; una quota sempre più consistente di anziani vive relegata nelle RSA. Si è affermata, per converso, una visione dell’uomo e della donna come esseri isolati; l’autoreferenzialità è divenuta sempre più una regola, e i rapporti umani e sociali si sono venuti sfilacciando e dissolvendo, tanto che si è giunti a parlare di una “morte del prossimo”.
Come denuncia Papa Francesco nella sua enciclica “Fratelli tutti”, l’isolamento delle coscienze consegue a un progressivo svuotamento di senso dei grandi ideali di libertà, giustizia, democrazia, solidarietà: ideali che implicano condivisione, partecipazione, progetti comuni. Mancano oggi, soprattutto alle giovani generazioni, visioni, sogni, utopie su cui misurare il presente per potere definire gli interventi possibili e costruire un futuro migliore.
Un cambiamento – questo, in sintesi, il messaggio del libro – è possibile, ma solo attraverso il recupero della cultura e della dimensione del “noi”. La pandemia avrebbe dovuto insegnarci che possiamo andare avanti solo se tutti insieme cooperiamo alla realizzazione del bene comune. Occorre fare tesoro delle lezioni della storia e non dimenticare.
Una serata, dunque, densa di moniti e suggestioni importanti, di cui siamo grati alla Comunità di Sant’Egidio e a quanti hanno contribuito a organizzarla.
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«Con la Comunità di Sant’Egidio – commenta il Commissario straordinario dell’Ente Parco Monti Ausoni e Lago di Fondi Giuseppe Incocciati – l’Ente Parco ha instaurato da tempo un rapporto non formale di dialogo e di concreta collaborazione, in nome di una comune radice ideale: l’aspirazione a un mondo in cui regnino i valori di giustizia, fratellanza, inclusione, solidarietà. Valori di cui – come il libro del prof. Riccardi lucidamente illustra – larga parte del mondo contemporaneo, con i suoi egoismi, le sue chiusure e le sue discriminazioni, sembra avere smarrito l’importanza e le implicazioni. Eppure, si tratta di valori imprescindibili per garantire a noi stessi e alle future generazioni prospettive di coesione sociale e di pace tra i popoli».
«Senza capacità di incontro e di ascolto reciproco – conclude Lucio De Filippis, direttore del Parco – senza dialogo e senza condivisione, come avverte lo stesso Papa Francesco, che predica al riguardo la necessità di una generale conversione a un ideale di “ecologia integrale”, risulteranno vani anche i nostri sforzi di salvaguardare i delicati equilibri che regolano i cicli della natura e rendono possibile la sopravvivenza dell’uomo su questo pianeta: il rispetto della Natura è, infatti, parte integrante del rispetto del Prossimo. Una società incentrata sull’egocentrismo e la solitudine non ha futuro. “Rigenerare il futuro” sarà possibile solo se tutti, ciascuno per la propria parte, ci impegneremo a cambiare le cose: è questa la nobile missione della Comunità di Sant’Egidio, ed è questa – per l’ambito che gli compete – anche la missione dell’Ente Parco».