
Storie sull'avifauna di Monte Rufeno
STERPAZZOLINA (Curruca cantillans)
Un cespuglio spinoso e mezzo secco a bordo strada… solitamente non ci casca lo sguardo, rivolto magari ad un bel paesaggio o ad un rapace in volo nel cielo. Ma proprio quel cespuglio può essere la dimora di uno degli animali che ha più “scosso” gli ornitologi in tempi recenti. Dalla fine di marzo alla fine di settembre un piccolo uccello, la Sterpazzolina, si sceglie come dimora una porzione di cespugli e alberi bassi, magari nei margini di un bosco o di campi aperti.
L’ambiente prediletto della Sterpazzolina è vario, dal livello del mare ai 1500 metri di quota, ma spesso secco e soleggiato. La Sterpazzolina si rinviene attorno al bacino del Mediterraneo, dall’Anatolia al Portogallo, e conclusa la stagione riproduttiva migra verso la regione del Sahel, le savane subsahariane. E' negli ultimi 15 anni, tuttavia, che abbiamo compreso e appurato che, in verità, non c’è una sola Sterpazzolina, ce ne sono tante! Grazie allo studio genetico, unito allo studio dei vari fenotipi e alle emissioni vocali, la specie è stata “splittata”, ossia separata, in tre differenti specie: Sterpazzolina comune (C. cantillans), che ha due sottospecie, S. occidentale (C. iberiae) e S. di Moltoni (C. subalpina). Tutte e quattro le forme si possono trovare in Italia, che rimane ancora l’area di studio più interessante per questo “complesso di specie”.
Nella Riserva Naturale di Monte Rufeno è nidificante la Sterpazzolina della forma endemica dell’Italia centro-meridionale, la sottospecie “cantillans” della Sterpazzolina comune. I maschi di questa forma sono caratterizzati da un baffo bianco prominente, una gola e petto di colore rosso mattone, che degrada e si sbiadisce sulla pancia bianca e sui fianchi “sporchi”. Il verso è un “tak” o “check”, mentre il canto emesso dal maschio è un veloce susseguirsi di note molto variabili, vivaci e frettolose, composte da brevi fischi, crepitii e schiocchi striduli. Il maschio esegue spesso vistose parate aree, i “voli canori”: comincia a cantare da posato poi vola ad una decina di metri di altezza e prosegue il canto mentre scende verso terra zigzagando in aria. Non è una specie di facile osservazione, specialmente le femmine, molto meno appariscenti e mimetiche. Ha però un’indole più curiosa rispetto ad altre specie e se si sta fermi e pazienti può essere lei ad avvicinarsi all’osservatore, facendo capolino dal folto dei cespugli per indagare la vostra presenza. Nella Riserva il suo canto riecheggia nelle mattine primaverile di sole, in oliveti, radure, cespuglieti, pascoli ai margini del bosco e boschetti con alberi bassi. Un piccolo animale, che però ha tanto da raccontare e con il suo sguardo e canto può davvero rapirti!
Testo e foto di Francesco Barberini & Matteo Faggi