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Corsa del Bigonzo

    La Corsa del Bigonzo - Palio delle Contrade coincide con i festeggiamenti dei Patroni di Canale Monterano: San Bartolomeo Apostolo e Santa Calepodia.

    E' stata ripresa dalle tradizioni, tramandate dagli antenati abitanti di Monterano, sulle feste propiziatrici per una buona vendemmia, i rinomati "Baccanali" (da Bacco, dio del Vino) che si svolgevano presumibilmente proprio nel periodo di fine agosto (lo stesso periodo in cui si svolge il Palio delle Contrade) e si concludevano con solenni banchetti in piazza a base di porchetta e vino di Monterano.

    Descrivere il Palio delle Contrade non è sicuramente cosa facile, ma non perché non si capirebbe il significato e il funzionamento, ma perché questo Palio, così come tanti altri, va visto e vissuto con l'intensità l'emozione e il coinvolgimento del momento che si può comprendere solo guardandolo in prima persona, perché vivere il Palio è poter assisterete a qualcosa di unico in Italia per la sua particolarità e per come ci si possa far coinvolgere dal pathos delle gare.

    La festa inizia con la lettura del Bando del Palio e con il Corteo storico composto da circa 200 figuranti (dame e cavalieri in rappresentanza delle sei Contrade) che sfilano indossando preziosi abiti del periodo alto medievale, realizzati dalle mani esperte delle sarte del Paese, e con al seguito i vari gruppi di sbandieratori, tamburini, soldati a cavallo, musici e altri personaggi che ravvivano la lunga sfilata.

    Ognuna delle sei Contrade mette in campo una squadra, formata da 4 corridori + uno di riserva, che dovrà correre, disputando batterie ad eliminazione diretta, sui 135 metri del corso di Canale, portando in spalla la Barella col Bigonzo (tipico attrezzo con recipiente in legno utilizzato in tempi passati per la vendemmia) di un peso minimo di 45 Kg. Quindi i 4 corridori, che in un certo senso sono legati tra loro (avendo ognuno in spalla un braccio della barella), dovranno restare vicinissimi cercando il più possibile la coordinazione e il passo giusto per evitare qualsiasi contatto che potrebbe essere causa di cadute.

    Cosa si vedrà assistendo al Palio forse lo si può immaginare. Magari quelli un po' più scettici penseranno al solito corteo storico che si vede oramai in molti paesi o città, alle solite dame e cavalieri, ai soliti tamburini, ai soliti sbandieratori e a tutti gli altri figuranti che popolano questi cortei. Questo può essere vero ma solo in parte perché ogni corteo di questo genere ha le sue particolarità, le sue sfumature e i tanti momenti che si possono scoprire e apprezzare soltanto vivendolo. Ma quello che seguirà il Corteo sarà un evento del tutto particolare, che farà entusiasmare e restare col fiato sospeso: la Corsa del Bigonzo, quattro ragazzi per Contrada che corrono per contendersi la vittoria e quindi il Palio. Ragazzi che devono fare affidamento solo sulle loro forze, fisiche e psicologiche. In questa gara c'è la volontà, il sacrificio e la fatica di giorni e giorni di allenamento, lo sforzo fisico di questi atleti che, soli con se stessi, mettono in moto una sorta di macchina umana che li deve portare all'arrivo volando per i 135 metri del percorso.

    Vivere il Palio è vedere una gara tra uomini che, per vincere, chiederanno il massimo alle proprie forze, alle proprie possibilità e sia alla partenza, sia durante la corsa, sia dopo l'arrivo di ogni batteria, si potrà vedere sui loro volti la vera espressione di questa gara, l'immagine della fatica e dello stress psicologico che li avvolge e che riusciranno a scaricare solo dopo l'arrivo.

    Emozioni, sensazioni e paure che solo chi ha partecipato, anche per una sola volta, può raccontare, può sapere cosa si prova in quei momenti, come ti senti prima, durante e dopo la corsa: la tensione della partenza con le gambe che tremano e la paura di non riuscire nemmeno a partire, lo sforzo della corsa che sembra non finisca mai, e all'arrivo l'amarezza e la delusione dopo una sconfitta o meglio l'entusiasmo e la gioia dopo una vittoria, ma soprattutto l'esaltazione e la felicità di un'intera Contrada dopo la conquista del Palio.

    E' soprattutto per questo che il Palio bisogna viverlo e magari, come non contradaiolo, affezionarsi a un emblema, ai colori, a una squadra, al calore che trasmette una Contrada, per diventare simpatizzante e, nel caso, festeggiare tutti insieme la vittoria finale ed entrare nel mondo della Contrada che non si limita solo al Palio ma che vive tutto l'anno con tante altre manifestazioni.

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