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La Gazza, un uccello intelligente

    La Gazza è una specie che appartiene all’ordine dei Passeriformi, alla famiglia dei Corvidi. Il nome scientifico è Pica pica, è una specie diffusa in tutta Europa, in Italia e nel Lazio è stanziale e la si ritrova più o meno lungo tutta la Penisola. Raggiunge una lunghezza di circa 45 centimetri, il peso può arrivare fino  a 250 grammi, l’apertura alare è di circa 50-60 centimetri. La livrea si presenta bianca e nera, con riflessi metallici che variano a seconda della luce, dal grigio-verde al blu. La coda è certamente un carattere distintivo: particolarmente lunga (soprattutto negli esemplari adulti) e di colore nero-verdastro.

    La Gazza si nutre principalmente di insetti, invertebrati, frutti ma anche di uova e nidiacei di altri uccelli; in Italia è molto diffusa nelle zone planiziali, solitamente anche in aree agricole o comunque prative aperte. Nel periodo primaverile depone in genere dalle 4 alle 8 uova, dopo la schiusa i genitori si prendono cura dei pulcini che, dopo questo periodo, saranno in grado di volare in autonomia. Il nido che la coppia costruisce insieme, è piuttosto particolare, ha la forma di una coppa costituita da un intreccio di ramoscelli tenuti insieme da fango e rivestita internamente con uno strato di sottili fili d’erba. I ramoscelli intrecciati formano la copertura e circondano la coppa con lo scopo di ancorare la struttura ai rami dell’albero che supportano il nido. Si tratta di un uccello capace di apprendere comportamenti dai propri simili e che può agire in modo coordinato per difendere il proprio nido o il proprio territorio.

    Nel Parco dei Castelli Romani non è comune così come in altre zone limitrofe (come la pianura pontina, ad esempio); tuttavia, la si può osservare con una certa facilità nei settori del Parco situati a quote più basse, soprattutto in prossimità dei confini dell'area protetta. Emette un verso gracchiante molto caratteristico e udibile anche a distanza, peculiarità che accomuna tutti i corvidi (cornacchia, taccola, ghiandaia, corvo imperiale, gracchi, ecc.).

    Nella tradizione popolare la Gazza è accomunata ad altri rapaci che sono attratti dagli oggetti luccicanti, fama che si riflette anche nell’arte basti pensare alla famosa opera di Rossini “La Gazza ladra”. Un tempo si associava questa specie alla stregoneria, si riteneva infatti che le Gazze fossero i familiari delle streghe e dei maghi, veri e propri spiriti sotto forma di animali.

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