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Il bosco del Cerquone

    Il bosco del Cerquone rappresenta una vera e propria oasi naturalistica, ricca di biodiversità all’interno del Parco dei Castelli Romani. Situato nel comune di Rocca Priora, è uno dei pochi esempi di bosco originario del territorio non convertito in castagneto. Bosco residuale Q.T.A. (Querce, Tigli, Aceri), ricopre un’area di circa 75 ettari ed ha le caratteristiche di bosco mesofilo con esemplari arborei di notevoli dimensioni (in alcuni casi fino a 3 metri di circonferenza). Insieme alla vicina zona umida della Doganella è inserito nella lista europea dei SIC (siti di importanza comunitaria) designato ad oggi tra le ZSC (zone speciali di conservazione), grazie alla flora e alla fauna presenti.

    All’interno del bosco si osservano esemplari secolari e maestosi di Farnia che è il tipo di quercia meno diffusa nel territorio del Vulcano Laziale, e il cerro. Tra le specie arboree si possono osservare: la Roverella, e l’Acero campestre. Notevole è lo strato arbustivo, dove spicca il Nocciolo, arbusto dal fitto fogliame che ombreggia gran parte del sottobosco, altri arbusti caratteristici del bosco del Cerquone sono: il Sambuco, il Sanguinello le cui foglie e rami in autunno assumono una caratteristica colorazione rossastra e specie di piante appartenenti alla famiglia delle Rosacee come il Prugnolo e il Biancospino. Le specie erbacee che compongono il sottobosco appartengono per lo più al gruppo di quelle legate ai climi freschi, le splendide fioriture di Anemone dell’Appennino, la Peonia maschio, la polmonaria chiazzata dalle foglie macchiate di bianco e il giglio rosso, specie protetta a livello regionale (L.R. 19 settembre 1974 n. 61).  Il bosco rappresenta un esempio di cenosi residuale con un alto grado di maturità rispetto ad altri boschi misti del territorio, in quanto sono presenti alberi con diametro piuttosto elevato. A testimonianza di ciò è la presenza in particolare nel bosco, di un individuo secolare morto e marcescente, importante perché forma un substrato per le popolazioni di rari organismi tipici di questi habitat (specialmente coleotteri e ditteri) e per il mantenimento di struttura e fertilità del suolo.


    Estratto dalla pubblicazione: “La Flora dei Castelli Romiani
    A cura di A.E.A. Latium Volcano (2006)

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