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Anemone dell'Appennino

    L’anemone appartiene alla famiglia delle ranuncolaceae, (nome scientifico: Anemone apenina L. 1753), pianta erbacea perenne, predilige i terreni umidi e ricchi di potassio, per questo è possibile trovarla facilmente allo stato spontaneo nei sottoboschi, in quanto amano poco la luce diretta del sole. Il suo nome deriva dal termine anemos che significa vento, le fu attribuito da Teofrasto, filosofo e botanico greco (371 - 287 a.C.), a causa del tremolio dei fiori ad ogni minimo soffio di vento, che disperde  i petali di questo delicato fiore dalla breve durata.

    Le foglie presentano una lamina triangolare, divisa in tre segmenti con 1-3 lobi ciascuno, mentre il fiore unico portato da un peduncolo di 5-10 cm, mostra una corolla violacea o bianca, le anemoni sono quasi tutte piante velenose o comunque tossiche.   

    Nella mitologia greca Anemone era una bellissima ninfa della corte di Flora (dea della vegetazione e dei fiori) che aveva fatto innamorare due venti Zefiro, il leggiadro vento primaverile, e Borea, il freddo vento di tramontana. I due venti essendo in competizione  iniziarono a lottare tra di loro per contendersi il cuore della loro amata Anemone ma, così facendo, scatenarono bufere e tempeste. Flora, risentita e ingelosita, decise di scagliare un incantesimo su Anemone trasformandola in un fiore bellissimo e legandola, in questo modo, ai sui spasimanti per sempre. Infatti la corte di Zefiro, vento di primavera, l’avrebbe fatta schiudere e le carezza di Borea, vento freddo, le avrebbe fatto disperdere precocemente i petali.

     

    Estratto dalla pubblicazione: "I Colori del Bosco"
    Realizzata da: AEA “Latium Volcano”, in collaborazione con il Parco regionale dei Castelli Romani (2013)

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