
Il nome le deriva dalla canapa, coltivata qui nei secoli passati e in particolare nel Seicento, ma è ai castagneti secolari in cui è immerso che il paese oggi deve buona parte del suo fascino. Adagiato in una conca circondata dai boschi dei monti Cimini, fu dominio dello Stato Pontificio, della città di Viterbo e del Ducato di Castro. Tra i monumenti principali sono il castello degli Anguillara, il palazzo Farnese (sede comunale), le chiese della Madonna del Carmine, di S.Maria Assunta e di S.Maria delle Grazie. Oggetti della passata vita quotidiana come aratri, zappe, telai si possono ammirare nel Museo delle arti e tradizioni.
Il luogo in cui ci troviamo, alle porte dell’abitato, è particolare poiché è possibile osservarvi numerosi depositi vulcanici in un’area assai ristretta. Lungo la strada asfaltata, proprio in corrispondenza della curva, si osserva un’alta parete di lava leucititica nella quale sono ben visibili i cristalli sferoidali di leucite: si tratta di un minerale ricco in potassio, comune nel Lazio ma molto raro nel mondo. Incamminandoci invece lungo la strada sterrata, a lato, noteremo sulla nostra destra dopo aver oltrepassato un’abitazione alcuni depositi di colata piroclastica, dovuti al passaggio delle cosiddette “nubi ardenti”: emulsioni gas e materiali vulcanici ad altissima temperatura. All’interno di questi depositi si notano delle scorie di colore grigio scuro, molto appiattite, che per la loro forma sono dette “fiamme”.