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L'Istrice

    Camminando nel territorio del Parco dei Castelli Romani, soprattutto in zone boscate non è raro trovare a terra degli aculei di Istrice, una delle specie maggiormente presente, appartenente alla fauna selvatica dell’area naturale protetta, diffusa soprattutto nelle zone pianeggianti e collinari.

    Il nome scientifico dell’Istrice è Hystrix cristata e appartiene alla famiglia degli istricidi, chiamato anche in gergo popolare porcospino viene spesso confuso con il riccio, ma in realtà la differenza tra i due mammiferi si percepisce facilmente. È il roditore con il maggior numero di aculei in assoluto, lungo in media tra i 60 e gli 80 centimetri ed un peso che raggiunge al massimo 15 chili.  La dieta è vegetariana composta da semi, frutti ma anche radici e corteccia.
    È legato ad ambienti forestali; è una specie monogama, con un sistema riproduttivo basato sulla formazione di coppie stabili. Vive in coppie e nuclei familiari in estesi sistemi di gallerie e risulta attivo soprattutto nelle prime ore della notte.

    Caratteristica inconfondibile di questo animale sono gli aculei che hanno una struttura variabile a seconda delle zone del corpo in cui si trovano: peli con punta rigida, aculei veri e propri lunghi fino a 40 centimetri e dure setole nere e bianche lunghe oltre 20 centimetri, quest’ultime hanno l’estremità così rigida e tagliente che in alcune tribù africane sono utilizzate per la punta delle frecce. L’erronea convinzione che l’istrice possa lanciare i propri aculei, deriva dal fatto che quando l’animale si sente minacciato, impaurito rizza la schiena per difendersi, gli aculei agitati e battuti gli uni contro gli altri, producono un suono tintinnante e per via delle contrazioni muscolari, quelli non ben impiantati nella cute si staccano con facilità cadendo al suolo e a volte conficcandosi profondamente nel legno. L’Istrice in realtà non è un animale pericoloso, ma come tutti gli animali non va infastidito, è una specie protetta che deve essere lasciata libera nel suo habitat naturale senza recargli disturbo, nonostante ciò è purtroppo ancora oggi intensamente minacciata di bracconaggio.

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