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7 Gennaio 2020

Il mistero fiabesco di Calcata

In certe mattinate d’inverno Calcata sembra un’isola sospesa tra le nebbie. È bello fermarsi, chiudere gli occhi e respirare l’odore pungente dell’aria umida che sale dalla valle.
Confusi tra cielo e terra, nel baluginio di qualche timido raggio di sole, si intuiscono i profili dei tetti. In basso, sotto un velo nebbioso ancora più denso, si sente l’ansito del fiume. Sopra il fiume una mano di gigante ha tratteggiato il corso dell’acqua con una pennellata di vapore: la nebbia rispecchia sospesa l’alveo del fiume Treja, lungo i meandri della valle.
Per piacerti un posto così, devi amare il senso di mistero e un po’ perturbante dell’ignoto, o più semplicemente non devi temere l’imprevedibilità del futuro, di cui la nebbia è metafora. Sei ripagato dall’incanto fiabesco di un luogo senza tempo, in cui forse tutto può apparire, basta non avere fretta.

La magia di Calcata è questa.

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