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Monte Casoli

    Da questo punto panoramico, volgendo lo sguardo verso nord-ovest, possiamo osservare la modesta altura del monte Casoli che dà il nome all'area protetta. Le rocce rossastre che lo costituiscono sono dette "Tufo rosso a scorie nere" e rappresentano il prodotto di un'enorme eruzione esplosiva del vulcano di Vico, i cui prodotti hanno ricoperto il territorio circostante per un raggio di oltre 25 chilometri attorno al punto d'emissione. I fiumi hanno poi eroso le rocce più tenere, scavando ripide valli attorno alle alture più resistenti e creando così il paesaggio che si presenta oggi davanti a noi. Tra le rupi scoscese e la vegetazione si vedono chiaramente numerose cavità nella roccia: alcune di esse sono molto antiche e risalgono agli etruschi ed ai romani.

    In un'area tra le più appartate della provincia di Viterbo, la riserva naturale Monte Casoli di Bomarzo si estende su 285 ettari di territorio nel Comune di Bomarzo. Fortemente influenzato dalle caratteristiche geologiche, il paesaggio presenta un'alternanza di boschi, forre tufacee, pianori un tempo tenuti a pascolo, coltivi. Numerose le testimonianze archeologiche, in particolare di epoca etrusca. Quanto a biodiversità, la riserva può annoverare presenze di tutto rispetto quali numerose orchidee, il falco lanario e la quercia virgiliana, specie molto rara nel Lazio e la cui foglia fortemente lobata è rappresentata nel logo dell'area protetta assieme alla silhouette del borgo di Bomarzo.

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