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15 Giugno 2018

La Martora è presente nel Parco dei Castelli Romani

Una buona notizia arriva dall’Istituto zooprofilattico di Rieti, che ha eseguito gli esami del DNA su un esemplare trovato investito in zona Vivaro. I risultati hanno confermato che si tratta di una Martora, mammifero che si ipotizzava presente nel nostro territorio, ma senza conferme scientificamente valide.

La Martora è un animale protetto, un carnivoro appartenente alla famiglia dei mustelidi, che a causa della sua rigida territorialità è presente con densità particolarmente basse; le principali minacce provengono dalla riduzione e dalla frammentazione degli ambienti forestali a causa del disboscamento, degli incendi e dell’eccessiva pressione antropica. È un animale molto elusivo e difficilmente osservabile e soffre di un generale calo della popolazione in tutto il suo areale italiano.

Molto somigliante alla Faina, se ne differenzia per una macchia chiara di colore giallo sul ventre (anche se non sempre questa caratteristica è significativa per distinguere le due specie), il suo pelo marrone scuro lungo e morbido, si presenta più chiaro sul muso.  Un esemplare adulto può raggiunger circa 1,2 kg di peso, la lunghezza varia dai 35 ai 55 cm e ha una coda molto lunga che può raggiungere i 30 cm. È un animale piuttosto solitario, il suo habitat preferito è il bosco dove di giorno può nascondersi tra la vegetazione e di notte va a caccia, predilige i rifugi sugli alberi ma non disdegna le cavità naturali o le tane scavate da altri animali. È un animale agile che si sposta facilmente tra i rami degli alberi e si nutre di uccelli, roditori, insetti e frutta.

Per un'efficace protezione della specie è prioritaria la conservazione degli ambienti forestali maturi, anche attraverso una gestione mirata alla riconversione ad alto fusto di ampie superfici di bosco; nel Parco, ad esempio, potrebbe giovare il mantenimento degli alberi vetusti e di quelli morti o deperienti anche all’interno delle particelle boschive destinate al taglio ceduo: una attenzione che i tecnici del Parco già prevedono, proprio al fine di migliorare l’habitat in favore degli animali e dell’ecosistema in generale.

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