ParchilazioParchilazio
30 Giugno 2025

Dalla sperimentazione dello SCA una visione lungimirante per le aree contigue del Parco dei Monti Lucretili

Quick info

Grano


Con il progetto del Servizio Civile Ambientale "Tutti in campo per le filiere corte di Biodiversità" si stanno sperimentando colture cerealicole tradizionali, che non richiedono alcun sostegno della chimica e aggiunte di risorse idriche, in alcune aree pedemontane limitrofe all'Area Protetta.

Un laboratorio innovativo che sta cercando di immaginare un orizzonte prossimo dove le comunità agricole della fascia di rispetto o contigua poste subito ad ovest del confine del Parco dei Monti Lucretili possano arricchirsi di colture che sappiano adattarsi armonicamente agli ambienti naturali che le ospitano.

L’obiettivo è di allontanarsi da un’agricoltura che sempre più è solo intensiva, e che si sostiene solamente se può far conto, lungo l’intero ciclo vegetativo, di ingenti apporti di prodotti chimici di sintesi e di acque d’irrigazione prelevate dalle falde acquifere, depauperandole.

Un cambio di paradigma o visione, dove con convinzione si torni a pensare all’agricoltura come ad un reale Ecosistema, il cui punto di partenza e sostegno principale sia il suolo; un ambiente che ospita, se sano, circa 1/3 della biodiversità della Terra e drena, se permeabile, un’alta percentuale degli apporti idrici superficiali verso i principali acquiferi sottostanti.

Oggi invece è proprio lui a pagarne il prezzo più alto: con arature che ne distruggono la tessitura, obliterando ed omogeneizzando tutti i livelli che compongono la sua stratigrafia caratteristica, con una cospicua riduzione del drenaggio delle acque superficiali verso le indispensabili riserve idriche del sottosuolo; con il compattamento per il passaggio dei mezzi agricoli che ne riducono l’areazione, rallentando o annullando le reazioni chimiche che ne sostengono la sua fertilità; con l’incessante e imponente apporto chimico di concimi, diserbanti e pesticidi che oltre ad uccidere buona parte della biodiversità, dilavano i diversi livelli impoverendoli degli elementi chimici che lo caratterizzano e che sostengono la vita al suo interno.

Insomma, colture totalmente biologiche quindi, che si affiancherebbero a quelle millenarie  rappresentate dall’olivicoltura e ai prodotti frutticoli da sempre riconosciuti e apprezzati, come le ciliegie e le pesche; dando un ulteriore spinta strategica alla ricerca di un’agricoltura di qualità in queste Terre Sabine. 

Con un sostegno convinto ad un turismo enogastronomico olistico che sempre più proponga prodotti risultato dell’equilibrio tra uomo e natura, fondamentale per entrambi in questi tempi antropocentrici, causa prima di fragilità e sconquassamento ecosistemico!

La mappa di Parchilazio.it

Cerca nella mappa