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La Villa di Mamurra

    Il complesso archeologico noto come villa marittima di Mamurra, cavaliere formiano della tarda età repubblicana e praefactus fabrum (prefetto dei genieri) dell'esercito di Cesare durante le campagne belliche in Spagna e Gallia, si componeva di cospiqui elementi costruttivi. È molto probabile che si estendesse in lunghezza per diverse centinaia di metri lungo la costa del promontorio di Gianola. Si tenga sempre presente che al tempo la riva del mare si posizionava diversi metri più avanti rispetto a oggi.

    La prima struttura che si incontra è la Cisterna Maggiore, così detta a motivo della sua capacità di raccogliere l'acqua (proveniente dalle numerose sorgenti che provenivano dai vicini Monti Aurunci), quantificabile in 900 mc. I suoi muri perimetrali permettono di ammirare l'estrema accuratezza dell'opus reticolatum e dell'opus incertum e al suo interno sono ancora visibili le basi delle colonne che sostenevano la volta della struttura.

    Proseguendo in avanti, come in un ideale percorso, è osservabile la cosiddetta Grotta della Janara. Il suo curioso nome, richiama il culto di Diana, divinità femminile dei boschi, della caccia e della magia e si presenta sotto forma di un caratteristico corridoio-ambulacro, con piccole zone di ristoro ricavate nella roccia e fungeva anche da corridoio a scale che congiungeva la parte superiore della villa al del complesso termale situato a livello delle attuali scogliere.

    Sempre proseguendo in avanti, troviamo la Cisterna detta delle Trentasei Colonne, costruzione dalle volte a crociera sorrette da trentadue pilastri a forma quadrata. A garanzia della sue impermeabilità, era rivestita completamente da cocciopesto ed ha la capacità di circa 220 mc.

    L'Edificio Ottagonale (detto anche Tempio di Giano), i cui pochi resti sono stati recentemente recuperati, costituiva, infine il fulcro dell'intera villa.

    A margine, vale la pena menzionare i resti di alcune peschiere destinate ad allevare il pesce consumato dagli ospiti della villa, che affiorano sul lato sinistro del porticciolo di Gianola, un piccolo approdo per i pescatori costruito tra il 1928 e il 1930, ma che gli abitanti dei luoghi amano definire "romano".

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