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Il signore delle rupi: il camoscio appenninico

Rupicapra pyrenaica ornata

    Il camoscio appenninico, nome scientifico Rupicapra pyrenaica ornata, è considerato da tutti il signore delle rupi ed è una sottospecie endemica, cioè presente solo in Italia, sui monti dell’Appennino centrale.

    Il camoscio è un erbivoro abituato a vivere in aree impervie come pareti rocciose molto ripide, per sfuggire ai predatori ed in cerca di cibo, a circa 1700 m.l.m. per scendere in aree occupate dalle faggete in inverno a circa 1300-1000 m.l.m.

    La sottospecie appenninica presenta delle sostanziali differenze rispetto alla specie alpina (Rupicapra rupicapra), soprattutto nel manto invernale, che rendono il camoscio appenninico unico e prezioso. Il mantello invernale infatti presenta un colore marrone scuro con ampie zone biancastre sulla gola, dai lati del collo giù sino alla spalla e nella parte posteriore.

    Il signore delle rupi appenniniche ha rischiato l’estinzione più volte tra il XIX e XX secolo a causa di uccisioni sconsiderate che hanno ridotto questa specie a poche decine di esemplari (durante la Seconda guerra mondiale ne erano rimasti solo 40 individui). Tra la fine del 1912 e l’inizio del 1913 l’allora ministro dell’agricoltura Nitti sottopose alla firma del Re un decreto di divieto di caccia ai camosci, il primo del genere in Italia, per tutelare il rarissimo e preziosissimo camoscio d’Abruzzo. Da allora fino al 1922, anno di istituzione del Parco Nazionale di Lazio, Abruzzo e Molise, le popolazioni di camoscio hanno iniziato a crescere ed oggi è presente anche in altri 4 siti.

    Il camoscio appenninico costituisce una delle entità faunistiche più rare in Italia, tanto da farlo inserire come specie prioritaria e degna di protezione e salvaguardia, nell’Allegato II e IV della Direttiva Habitat europea. È inoltre classificato come “vulnerabile” nella lista rossa dei mammiferi redatta nel 2008 dall’IUCN (Unione Internazionale di Conservazione della Natura) e “specie particolarmente protetta” nella legislazione italiana (legge 157/92).

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