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8 Giugno 2021

Giornata Mondiale degli Oceani

Tema 2021: "Vita e sostentamento"

La superficie della Terra è ricoperta per circa il 70% di acqua, di cui solo il 3% è dolce, mentre la restante parte è interamente costituita da mari e oceani che rappresentano la risorsa più importante per il nostro ecosistema.
Gli oceani regolano il clima, producono la maggior parte dell’ossigeno che respiriamo, forniscono sostentamento a milioni di persone ogni anno e ospitano un’incredibile biodiversità.
Per festeggiare ed evidenziare l’importanza di questo inestimabile patrimonio comune, l’8 giugno di ogni anno si celebra la “Giornata mondiale degli Oceani” in occasione dell’anniversario della Conferenza mondiale su Ambiente e Sviluppo svoltasi a Rio de Janeiro nel 1992.
Purtroppo, a partire dagli ultimi decenni, è aumentato in maniera esponenziale l’inquinamento dei nostri mari sempre più invasi dalla plastica, inquinati dal petrolio e depauperati da sistemi di pesca invasivi.
Nell’Oceano Pacifico è stata individuata dagli scienziati una vera e propria isola di rifiuti, Il “Pacific trash vortex”, un enorme accumulo galleggiante composto principalmente da materiali plastici che, a seconda delle correnti, nei momenti di massima espansione arriva addirittura a misurare 10 milioni di chilometri quadrati.
Una chiazza di detriti galleggianti simile, con densità comparabili, è presente anche nell'Oceano Atlantico, denominata "North Atlantic garbage patch".

Si stima che ogni anno finiscano in acqua circa otto milioni di tonnellate di plastica.
Questi rifiuti si rimpiccioliscono gradualmente e vengono assimilati da numerosi organismi marini entrando in circolo nella catena alimentare (di cui fa parte anche l’uomo che si nutre di pesce).
Secondo un recente studio, fino al 90 per cento degli uccelli marini di tutto il mondo ha residui di plastica nelle viscere.

Gran parte delle tartarughe marine ritrovate lungo le coste del Lazio e curate dalla Rete TartaLazio hanno ingerito pezzi più o meno grandi di plastica o sono rimaste avvolte in spezzoni di rete o di cime in nylon con esiti purtroppo molto spesso fatali.
L’Unione Europea ha finalmente imposto nuove regole che prevedono la limitazione della commercializzazione di prodotti in plastica monouso come bottiglie, piatti, cannucce, cotton fioc, che dovranno essere realizzati esclusivamente con materiali sostenibili.
I produttori saranno inoltre tenuti a contribuire ai costi di gestione e alla bonifica dei rifiuti da loro originati, ma siamo ben lontani da un reale cambio di rotta.
Ci sono ancora troppi Stati che frappongono veti e sono restii a rimpensare e rimodulare le proprie politiche economiche e produttive.
Per ottenere risultati efficaci di tutela e salvaguardia dei nostri mari e, quindi, della nostra salute, è invece indispensabile un cambiamento globale che coinvolga le politiche dei paesi a livello mondiale, in primis quelle degli stati più inquinanti, come Stati Uniti e Cina.
Dall'Italia arriva però un segnale positivo: al Senato è ripartito l'iter del disegno di legge Salvamare, voluto dall'ex ministro dell'Ambiente Sergio Costa.
La legge vieta l'uso della plastica non biodegradabile, promette incentivi alla produzione e alla commercializzazione di prodotti in materiale biodegradabile, apre ai vuoti a rendere e, qualora venisse approvata, permetterà ai pescatori di portare a terra e fare smaltire tutta la plastica titrata su con le reti.
Secondo la normativa vigente, invece, i pescatori che raccolgono immondizia in mare vengono oggi considerati come produttori di rifiuti speciali e pertanto sono gravati dai relativi oneri di smaltimento con la conseguenza che i rifiuti vengono lasciati in acqua.
Anche noi, nel nostro piccolo, possiamo contribuire a questa battaglia attraverso i nostri comportamenti: limitando ad esempio gli acquisti di materiali plastici non indispensabili, scegliendo alternative ecologiche e sostenibili in modo da aumentarne la domanda e favorirne quindi la produzione a scapito dei prodotti più inquinanti, riciclando di più e meglio, non gettando rifiuti in giro e, anzi, raccogliendone magari qualcuno durante una passeggiata in spiaggia.

Sfoglia l'opuscolo realizzato dalla Direzione regionale Capitale naturale, Parchi e Aree protette sul tema dell'inquinamento da plastica.

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