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Rete Regionale Tartalazio

Metà delle tartarughe rinvenute sulle spiagge ha della plastica nello stomaco. Ogni anno nel Mediterraneo 150.000 tartarughe restano impigliate in reti fantasma o immondizia. Cosa possiamo fare?

Tartalazio è la Rete regionale del Lazio per il recupero, il soccorso, l’affidamento e la gestione delle tartarughe marine ai sensi delle linee guida MATTM, oggi Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE).

La Rete svolge una funzione di riferimento chiaro e riconosciuto grazie al protocollo operativo e alla procedura di comunicazione fra gli Enti territorialmente competenti in materia specifica o in materia di tutela ambientale. Vi collaborano istituzioni pubbliche e private con lo scopo di salvare gli animali in difficoltà, tutelarne la riproduzione e restituirli alla vita selvatica in mare una volta curati. Tartalazio, ideata e coordinata dagli Uffici della Regione Lazio, è costituita da Capitanerie di porto, AA.SS.LL., Aree protette nazionali e regionali, Carabinieri/Forestali,  Associazioni ambientaliste e del turismo balneare e volontari. Come centri prioritari per la cura degli animali, la Rete si avvale della collaborazione del Centro di recupero della Stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli e di Zoomarine in località Torvaianica, Pomezia (RM). 

Il problema dei rifiuti e della plastica in mare è sempre più grave e dannoso sia per le tartarughe marine che per moltissime altre specie, circa cento, tra uccelli marini, balene, alici e altri pesci che ogni anno ingeriscono oggetti o finiscono intrappolate in lenze, reti e altri rifiuti, con conseguenze spesso fatali.

Circa la metà delle tartarughe marine rinvenute sulle spiagge ha della plastica nello stomaco o arti gravemente feriti a causa di lenze e reti.

Luca Marini, dirigente della Regione Lazio e coordinatore della Rete Tartalazio, ci fornisce importanti indicazioni da seguire in caso di ritrovamento di una tartaruga spiaggiata.
Soprattutto in inverno, a causa delle forti mareggiate, può capitare infatti di incontrare delle tartarughe marine in difficoltà. In tal caso, che siano vive o morte, grandi o piccole, impigliate o ferite, non bisogna cercare di liberarle e di rimettetele in mare. Molto spesso, infatti, le povere tartarughe sono esauste o malate e non riuscirebbero a sopravvivere se rigettate in acqua. Inoltre, provare a liberarle dalle reti o lenze alle quali sono impigliate, è un’operazione molto delicata che deve essere svolta da mani esperte per non correre il rischio di causare danni anche maggiori.

Solo gli animali molto piccoli, al massimo di 40 cm, possono essere raccolti e messi in una bacinella senza acqua in attesa dei soccorsi, per evitare che il mare li trascini via con sé.

È di fondamentale importanza chiamare immediatamente la Capitaneria di Porto al numero verde 1530 per far sì che un nucleo di esperti soccorritori arrivi quanto prima per prendersi cura degli animali in difficoltà e per trasportarli presso uno dei centri di primo soccorso.

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