
Presenta forma caratteristica a pera con esclusione dello zampo; peso minimo non inferiore a 8 kg; colore rosso/roseo inframmezzato dal bianco puro del grasso di marezzatura; sapore sapido ma non salato; aroma gradevole, dolce e intenso.
All'età del bronzo risalgono i ritrovamenti di ossa di suino. Nei documenti dell¿abbazia di Farfa si documenta la presenza di porcari e di un arciporcaro, intorno alla metà del secolo VIII, destinati a condurre i suini al pascolo brado. Nel 1327 gli abitanti di Capradosso, castello tra valle del Velino e valle del Salto, promisero ad alcuni signori del posto di dare loro ben 60 paia di prosciutti l'anno se li avessero aiutati a liberarsi dalla signoria dell'abbazia di S. Salvatore Maggiore che li opprimeva pesantemente. I prosciutti, le spalle ed i lombi suini erano compresi tra i diritti che i signori medievali riscuotevano dai vassalli in ampie zone della Sabina interna. Nella relazione sul concorso e sulla esposizione organizzata dal Comizio Agrario di Rieti nel 1866, notiamo la presenza del prosciutto elogiato per le sue qualità organolettiche.