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Riserva Naturale Monte Navegna e Monte Cervia

    I monti della riserva sono i Carseolani, tra i bacini dei fiumi Salto e Turano, massicci calcarei che sfiorano quota 1500 metri nel settore meridionale della provincia di Rieti. L'area protetta è divisa in due zone distinte. La più ampia e settentrionale, subito a est del lago del Turano, comprende il crinale principale che si eleva fino ai 1508 del monte Navegna e ai 1436 del Cervia. L'altro settore della riserva comprende invece il monte Piano e i boschi circostanti l'abitato di Nespolo. Cervia e Navegna sono separati tra loro dalla profonda incisione delle gole del torrente Obito, che si aprono sul lago all'altezza del paese di Ascrea. Realizzato a quota 536 metri con una diga sul fiume omonimo nel 1939, il lago del Turano è lungo una decina di chilometri ed è collegato a quello del Salto con una galleria. Le sue acque alimentano la centrale elettrica di Cotilia. Buona parte dei rilievi compresi entro la riserva sono ammantati di boschi rigogliosi di querce, castagni e faggi. Scille, narcisi e numerose specie di orchidee fioriscono tra primavera e inizio estate. E pure la fauna annovera rappresentanti di spicco, a cominciare da un piccolo nucleo di lupi, dal gufo reale reale, dal gatto selvatico avvistato più volte dai guardaparco, a specie meno rare come lo scoiattolo, la lepre, il tasso, la martora e il topo quercino. Tra anfibi e rettili è da segnalare la presenza dell'ululone a ventre giallo e della rara e localizzata vipera dell'Orsini.

    Tra i nove Comuni interessati dall'area protetta il più noto è Rocca Sinibalda, per via del bellissimo castello cinquecentesco che sorge su uno sperone roccioso; altro bel maniero è quello di Collalto Sabino, più rimaneggiato. A Castel di Tora domina l'abitato la torre dell'antico maniero, mentre su una penisola sul lago – accanto al ponte che lo attraversa – su un'altura sorgono i resti del castello del Drago e dell'antico abitato di Antuni. Arroccati sul monte Filone, sopra l'abitato di Ascrea, sorgono i resti della città di Mirandella abbandonata dopo un disastroso terremoto. Tra le prelibatezze gastronomiche locali – la cucina tradizionale sabina è povera, legata ai prodotti della terra - ci sono castagne e funghi, more e il pregiato tartufo. E gli stessi protagonisti sono spesso al centro delle feste e sagre durante il corso dell'anno.

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