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Evoluzione, aree protette e dinosauri:
tutta un'altra storia

Il chiostro di san Francesco ha visto una bella occasione di divulgazione scientifica il 25 agosto 2023, accogliendo Telmo Pievani, filosofo evoluzionista dell’università di Padova, con cui il direttore della Riserva Naturale Massimo Bedini e Francesco Barberini, ambasciatore dell’area protetta, hanno intavolato un dialogo, quasi un racconto, che, partendo dai temi generalissimi della storia della ricerca scientifica e dell’evoluzione, si è poi snodato lungo i 40 anni di vita di Monte Rufeno come riserva.

Molti gli spunti di riflessione forniti, a partire dal concetto di serendipità, che si può semplificare come la imprevedibilità di tutte quelle situazioni in cui gli obiettivi di una ricerca, scientifica ma non solo, strada facendo aprono altre piste, si evolvono in maniera completamente differente da quanto inizialmente ipotizzato e voluto, lasciando spazio a nuovi obiettivi e nuove occasioni. Ed è proprio la bellezza imprevedibile della scoperta scientifica il filo conduttore di questa chiacchierata, ciò che lega l’immagine darwiniana della evoluzione della vita come un fiume in continuo mutamento alla creazione delle aree protette, con i loro adattamenti nel tempo e nelle società che evolvono, ai tanti cambiamenti che accompagnano i nostri giorni, che vedono con il riscaldamento globale e le conseguenti aberrazioni climatiche una necessità di adattamento, ancora e ancora, da parte di tutte le specie animali e vegetali, anche da parte nostra. In tutto questo emerge il concetto di biodiversità, nelle sue molte sfaccettature, e come essa sia maggiore nei luoghi in cui esiste una maggiore biodiversità culturale, concetto ben rappresentato dall’Italia, caratterizzata da un territorio irregolare ed eterogeneo, luogo di passaggio e migrazioni, umane e non solo umane. In chiusura, ma è solo un nuovo spunto, Francesco racconta della attuale e cambiata concezione che la scienza ha dei dinosauri, nella acquisita consapevolezza che da una parte di essi si siano poi evoluti gli uccelli e che, oltre 65 milioni di anni fa, dovevano avere un aspetto assai diverso da quello costruito nel nostro immaginario collettivo di lucertoloni goffi e un po’ tardi ed essere invece assai colorati e ricoperti di piume. Tutto molto serendipitoso.

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