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Uomo e territorio

Uomo e territorio

I territori sulle sponde del Tevere dei comuni di Nazzano e Torrita Tiberina, sono le aree a maggiore vocazione agricola del comprensorio non solo per la quantità di territorio compreso all’interno della Riserva Naturale, ma anche dell’intera Zona di Protezione Speciale (MARI M., 2006). La superficie territoriale della Riserva Naturale, al netto del fiume Tevere, corrisponde a 596.17.00 ettari di cui il 53,8% è rappresentato dalla SAU pari 320.97.00 ettari (SPADA, 1998). Quindi le aree adibite a coltivazioni rappresentano la parte preponderante dell’intera riserva naturale; sono localizzate principalmente in zone pianeggianti rappresentate dalle ampie anse del Tevere. In queste aree vengono messe a coltura principalmente cereali e foraggiere, quali il mais, il grano, il trifoglio, la biada e il girasole. Nelle aree scoscese, limitrofe ai centri abitati di Nazzano e Torrita Tiberina, in destra idrografica del Tevere, gli appezzamenti presentano un maggior grado di frammentazione. Sono aree caratterizzate dalla presenza di piccoli orti, oliveti di modesta estensione, a volte in parziale o totale abbandono e in presenza di fenomeni di ricolonizzazione arbustiva. In ogni caso si tratta di aziende agricole di piccole o al massimo medie dimensioni, spesso con funzioni di reddito integrativo, inteso anche come auto consumo. La forza lavoro, caratterizzata da un forte impiego di componenti familiari, sottolinea anche i legami della popolazione con le forme di gestione agricola tradizionale del territorio. Sono poche le aziende ben strutturate che destinano la produzione a mercati locali o regionali. Il tratto di Riserva Naturale che si estende lungo il corso del Fiume Farfa e’ costituita prevalentemente da bosco a galleria di salici e pioppi, non sono presenti attività agricole che ricadono nel perimetro dell’Area Protetta. 

Le modificazioni indotte dall'uomo sull'alveo fluviale del Tevere hanno fatto la storia di questo lembo di Lazio, ma proprio grazie all'esistenza della riserva il grande fiume ancora offre ambienti naturali di grande fascino. Tra le anse, estese porzioni di terreno alluvionale sono destinati all'agricoltura.

Una delle conseguenze più evidenti e interessanti della costruzione operata dall'uomo dello sbarramento del Tevere per la produzione di energia elettrica, e della conseguente diminuzione della corrente, è stata la formazione, tra l'acqua e la terra, di ampie zone di canneto. Si tratta di un ambiente di grande interesse naturalistico, anche perchè vi si rifugiano tantissimi uccelli, molti dei quali vi costruiscono il nido. In basso, alla base delle canne, sul terreno acquitrinoso o addirittura su piattaforme galleggianti nidificano la folaga, la gallinella d'acqua e lo svasso maggiore. Più in alto si stabiliscono invece la cannaiola e il cannareccione.Tra le piante del canneto la più comune è la canuccia di palude.

Talvolta, però, questa viene sostituita dai cappellini comuni (Agrostis stolonifera) e dalla cannella spondicola (Calamagrostis pseudophragmites) a causa del disturbo operato sulla vegetazione da anatre, folaghe, gallinelle d'acqua e soprattutto nutrie. Queste ultime, in particolare, apprezzano molto, come cibo, gli stoloni e i giovani germogli delle canne. Così, nelle zone più frequentate da questi grossi roditori, tra le varie piante del canneto, prendono il sopravvento quelle più pronte a riemettere stoloni quando vengono spezzate o mangiate.

Una formazione vegetale molto simile al canneto, e che può anche mescolarsi con quest'ultimo, è il tifeto. Conosciuta anche con il nome di "lisca" o "mazzasorda", la tifa è nota per la caratteristica infiorescenza, a forma di manicotto vellutato, marrone scuro, utilizzata talvolta nelle composizioni di vegetali secchi.

Nel passato, le foglie di tifa venivano utilizzate per impagliare i fiaschi o per ricavare stuoie.

 

Archeologia e arte

L'abbazia di Farfa (Fara in Sabina) e l'abbazia di S.Andrea in Flumine (Ponzano Romano)

A poche decine di minuti dalla riserva, circondata dai dolci paesaggi agresti della Sabina, l'abbazia di Farfa conobbe il suo massimo splendore nei secoli intorno al Mille allorché estendeva i suoi possedimenti su vaste zone dell'Italia centrale. Trasformata più volte nel corso del tempo, oggi se ne visitano alcuni ambienti tra cui la chiesa di S.Maria, la cripta, il chiostro da cui si accede alla ricca Biblioteca, il chiostrino longobardo. Nell'interno del campanile, in cattive condizioni, si possono ammirare alcuni affreschi del secolo XI. Intorno all'abbazia si estende un piccolo caratteristico borgo, ai lati della strada, con numerose botteghe che si aprono a piano terra. Presso Ponzano Romano, subito a nord della riserva, è invece possibile visitare l'antica abbazia di S.Andrea in Flumine, che restauri recenti hanno restituito alla fruizione.

Artigianato

Nel 2010 si è costituita l' Associazione di promozione sociale "il Sapere delle Mani" con sede nel comune di Nazzano. L'idea è nata durante la mostra "il Sapere delle Mani" tenutasi in occasione del trentennale della Riserva Naturale Nazzano Tevere-Farfa nel 2009.

Dopo qualche mese il sogno si è realizzato e gli artigiani locali si sono riuniti dando forma a questo grande progetto.

L'Associazione non ha fini di lucro ed opera esclusivamente per fini di solidarietà sociale. Il suo scopo è l'elaborazione, promozione, realizzazione di progetti e iniziative socio-educative e culturali. Tra le tante attività organizzate vi sono anche corsi di artigianato che spaziano dalla cartapesta alla cesteria, dal ferro battuto alla lavorazione della pelle sino alle tecniche di pittura su ceramica ed altri materiali. Per richiedere maggiori informazioni è possibile contattare i numeri 0765-332869 e 347-5450625 oppure visitare il blog www.ilsaperedellemani.wordpress.com

Il Sapere delle Mani - Corsi di Artigianato

Tradizione e folklore

La trasmissione nel tempo, all'interno di una comunità, della memoria di eventi sociali e storici, delle usanze, delle credenze religiose e dei costumi, è una risorsa importante, culturale ed anche economica, attraverso cui un popolo valorizza il proprio territorio, rafforzando al contempo un sentimento d'aggregazione e la conoscenza delle proprie radici.

I Comuni della Riserva ospitano nel corso dell'anno numerose feste e sagre di carattere enogastronomico, ludico-ricreativo e religioso, che richiamano molti visitatori dalle province di Roma e Rieti.