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1 Maggio 2016

Calennemaju, antico rito che dà il benvenuto alla bella stagione

Torna la bella stagione ed a Paganico si fa festa con la Sagra dei Vertuti, una zuppa di cereali ( fagioli, fave, cicerchie, lenticchie, ceci, grano e granturco) condita con olio di oliva a crudo e qualche fogliolina di timo, ottenuta unendo quel che rimane dopo il lungo inverno all’interno dei vari scomparti dell’arca, i titraturi, che vengono svuotati rivoltandoli, in latino vertere. 

Quest’appuntamento è conosciuto anche come Sagra del Calennemaju, dal latino calende di Maggio, nome che deriva da un rito propiziatorio di antica tradizione che si ottiene preparando un bicchiere di vino ed una manciata di noci, tenendo in pugno le noci si recita: ’’San Felippu e Jaco, faccio a Calennemajo se moro affonno se no felice retorno’’ detto questo si versano le noci nel vino e si attende il fatidico responso; se le noci restano a fondo non è un buon segnale, se rimangono a metà bicchiere, ci sarà qualche malessere, se invece tornano a galla sarà un anno pieno di salute. 

Questa giornata che coincide con il I Maggio, caratterizzata dai Vertuti e dal rito del Calennemaju era in realtà un ringraziamento per la stagione trascorsa ed un invocazione per una stagione positiva caratterizzata da buoni raccolti. 

Nell’arco della mattinata sarà anche possibile fare una breve escursione che condurrà all’antico molino ad acqua, oggi dismesso, che si trova nella gola tra Paganico ed Ascrea, ed ammirare quindi la natura incontaminata vera ed unica protagonista di questi luoghi.

 

Articolo Pubblicato da - Irene  Pandolfi

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