ParchilazioParchilazio

CAI 339 Li Coppi - Valle dell'Obito

Ascrea - Valle dell'Obito

  • Clicca qui per andare al
    punto di partenza del percorso
  • Quick info

    • Difficoltà: E
    • Durata: 1h e 30m
    • Distanza: 2,3 Km
    • Dislivello in salita: 285 m
    • Dislivello in discesa: 105 m
    • Tipologia: A piedi

    Cerca nella mappa

    Accessibilità: non accessibile a passeggini e persone in carrozzina, non presenti dispositivi di orientamento per non vedenti e ipovedenti;

    Punti di partenza: nei pressi del cimitero del Comune di Ascrea;

    Punti di arrivo: lo stesso della parteza;

    Segnaletica: sia orizzontale che verticale;

    Area di sosta: è presente un'area di sosta attrezzata;

    Punto di ristoro: solo alla partenza (nel paese) dove è presente un Bar;

    Alloggi: non ci sono alloggi;

    Punti di acqua: fontanella presente nel paese di Ascrea;

    Periodo consigliato: tutto l'anno tranne i periodi di neve abbondante;

    Punti di interesse: la valle dell'Obito e il piccolo e panoramico cimitero di Ascrea;

    Punti informazione: nel paese di Ascrea.

     

     

    È uno degli itinerari di maggiore valenza ambientale e paesaggistica. La valle dell’Obito taglia trasversalmente la Riserva separando il massiccio del Navegna e il Monte Filone dalla dorsale del Monte Cervia. Nel tratto vicino ad Ascrea il torrente dell’Obito scorre all’interno di una gola scavata in compatte rocce calcareo-marnose, mentre nel versante orientale dell’area protetta, il corso d’acqua modella un ambiente geologicamente diverso, caratterizzato da litologia argilloso-arenaria (flysch).
    Il percorso inizia dall’abitato di Ascrea (m 757) in prossimità del cimitero e prosegue lungo una carrareccia che percorre in destra orografica, al di sopra del fondovalle, l’intera valle dell’Obito.
    Da Ascrea il sentiero attraversa un ambiente rupestre particolarmente suggestivo, caratterizzato dalla presenza di scarpate rocciose verticali e subverticali con cavità ed anfratti. La vegetazione predominante in questo tratto è quella termofila della macchia a sclerofille sempreverdi, con presenza di leccio nei costoni rocciosi.
    Il percorso continua senza difficoltà lungo la carrareccia e mano a mano che si prosegue verso est, il paesaggio vegetale diventa più mesofilo, passando da boschi dominati dal carpino nero a boschi con prevalenza di cerro, fino alla faggeta e alla carpineta di forra.
    Dopo poco più di 2 km incontriamo un bivio, girando a destra e percorsi circa 90 metri si arriva alla sponda di un piccolo fosso (tributario dell’Obito). A questo punto è necessario lasciare la carrareccia e guadare il fosso in prossimità dei resti di un piccolo ponte in muratura.

    Da qui in poi l’escursione si protrae all’interno di un sentiero ad anello (si segua la verniciatura rossa e bianca) che si sviluppa prevalentemente in un bosco umido dominato dal faggio, dal cerro e dal carpino bianco.
    Percorsi 200 metri si giunge ad un’area di sosta attrezzata, intorno alla quale si notano esemplari di faggio di buone dimensioni e con portamenti particolari.
    Continuando la passeggiata e salendo di quota si notano tracce di erosione dovuta al dilavamento superficiale delle acque e, al contempo, si può apprezzare l’azione stabilizzante dell’apparato radicale degli esemplari di faggio.
    Il sentiero sale di quota e attraversa boschi di cerro ed alcuni castagneti, fino a sbucare in una pista forestale all’interno di un bosco rado a prevalenza di cerro, con evidenti segni di ceduazione. In questo tratto la forte insolazione favorisce gli arbusti termofili come la ginestra comune, la ginestra dei carbonai e il
    ginepro comune.
    La carrareccia dopo 100 metri conduce alla strada provinciale (S.P. 29) che collega Marcetelli a Collegiove. A questo punto continueremo imboccando a sinistra l’altra carrareccia in discesa, che costituisce il ramo occidentale del percorso ad  anello, passando in località Colle Rosso Bovo e attraversando boschi di latifoglie mesofile (cerri, faggi), fino ad arrivare in località Cesaiese, ad un abetina (abete bianco) di impianto artificiale.
    Abbandoniamo quindi la carrareccia per entrare all’interno del bosco di conifere. Dopo circa 500 metri incontriamo un ponticello in legno che attraversa un piccolo impluvio, superato il quale si prosegue seguendo la segnaletica in vernice fino ad incontrare (presso il fosso dell’Obito) il ramo precedentemente percorso.
    Quindi guaderemo il ruscello nel medesimo punto dell’andata e ripercorriamo la carrareccia fino a ritornare al paese di Ascrea.