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CAI 314B Torretta - Molino Casoli

Torretta - Molino Casoli

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  • Quick info

    • Difficoltà: E
    • Durata: 1h e 10m
    • Distanza: 4,5 Km
    • Dislivello in salita: 140 m
    • Dislivello in discesa: 95 m
    • Tipologia: A piedi

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    Cai 314 B Torretta-Molino Casoli

     

    Dalla Torretta si prosegue per la strada sterrata “dell’antico Acquedotto”, seguendo un percorso pianeggiante attraverso il quale è possibile osservare i terrazzamenti, le Mura Poligonali e successivamente la Calcara ( i quali sono descritti nelle bacheche visibili lungo il percorso) fino a raggiunge il bivio con il sentiero 313. Giunti al bivio, occorre mantenere la sinistra per pochi metri per poi prendere la strada sterrata sulla destra. Dopo alcune centinaia di metri, sulla sinistra, si trova la deviazione per l’eventuale visita al Ponte Medievale denominato “Ponte del Diavolo”. L’ Antico acquedotto costruito dal principe Marcantonio Borghese dopo il 1611, permise di portare l'acqua dalle sorgenti di Casoli alle mole presenti nel borgo di Moricone. Ad oggi è possibile osservarne alcuni tratti, ancora presenti e ben mantenuti, lungo la strada che collega il comune di Moricone a quello di Monteflavio (SP29A). Uno dei tratti più suggestivi di questo acquedotto è proprio l‘imponente Ponte del Diavolo, costruito nell’omonima valle, sul fosso di Casoli. Se si decide di non optare per la deviazione, si prosegue il percorso mantenendo la destra e lasciando la strada sterrata per immettersi sul tracciato del sentiero in discesa. Questo conduce al guado del Fosso del Palomanto, punto da cui si riprende la strada sterrata per proseguire sulla sinistra per alcuni chilometri fino al Molino Casoli. Il Molino di Casoli è uno dei pochi esempi di antica struttura produttiva agricola. L’edificio in pietra, si trova lungo il sentiero nascosto fra la vegetazione ed è situato nei pressi del fosso di Valle Grande, che scende dal Monte Gennaro e confluisce nel fosso di Casoli. All’esterno le pareti sono state ormai colonizzate quasi completamente da edera (Hedera helix), che ne rende poco riconoscibile l’architettura. All’interno, invece, si possono ancora distinguere gli ambienti e le strutture principali. Il piano terra è suddiviso in due ampi spazi da un arco a tutto sesto, e dalla porta di entrata si accede nella sala dove probabilmente avvenivano le operazioni di macinatura. Al piano superiore, probabilmente utilizzato come magazzino del grano, si accedeva sia dall’esterno, tramite una porta superiore, sia dal piano terra, tramite una scala di legno che ora non esiste più. La vegetazione fa da padrona anche negli spazi interni rendendo molto affascinanti questi ruderi. Questo luogo ora è il regno dell’edera e del silenzio.