La Giornata mondiale dell'alimentazione richiama l'attenzione sulla penuria di cibo che affligge milioni di persone nel mondo. Le responsabilità del consumismo dei paesi più ricchi e l'esigenza di cambiare stili di vita: a partire dal regime alimentare
Mercoledì 16 ottobre si è celebrata la 44a Giornata Mondiale dell’alimentazione, all’insegna dello slogan-auspicio “Diritto al cibo per una vita e un futuro migliori”.
Una giornata che invita a riflettere su una emergenza – quella della fame e della malnutrizione - che, già endemica in molti paesi del mondo, in questi ultimi anni si è venuta drammaticamente aggravando a causa delle guerre, dei cambiamenti climatici e delle crisi economiche. La fame oggi colpisce fasce di popolazione sempre più ampie, mette a rischio la vita di milioni di bambini, ipoteca il futuro di intere nazioni, provoca tensioni politiche, conflitti armati, migrazioni di massa.
Si tratta di una emergenza che chiama in causa le responsabilità dei paesi più sviluppati e che va affrontata a livello internazionale, ma che, a ben vedere, ci interpella tutti, nella misura in cui ciascuno di noi può contribuire nel suo piccolo, con le sue scelte e i suoi comportamenti personali, a creare le premesse di quel “cambiamento di paradigma” politico, economico, sociale ed ecologico necessario, come ci avverte anche Papa Francesco, a dare risposte efficaci a un problema così diffuso e angoscioso.
In questo quadro rientra anche la necessità di un riequilibrio dello stile di vita e del regime alimentare di chi vive nei paesi più ricchi. Un riequilibrio che si impone non solo al fine di evitare gli sprechi e l’immoralità di un consumismo che si autoalimenta a danno delle economie dei paesi più poveri, ma che appare urgente e necessario anche per contrastare, in una prospettiva medico-salutistica, il preoccupante fenomeno dell’incremento di patologie legate a una alimentazione disordinata e scorretta.
È stato questo – appunto come programmare e praticare una sana alimentazione – il tema al centro del Convegno Sport e Alimentazione, tenutosi il 16 ottobre a Palazzo Caetani, organizzato dal Comune di Fondi, presente con il Sindaco Beniamino Maschietto, il Vicesindaco e Assessore alla Cultura Vincenzo Carnevale e l’Assessore all’Ambiente e Sport Fabrizio Macaro, e patrocinato dall’Ente Parco, nel corso del quale la dott.ssa Giulia Biondi, biologa e nutrizionista, docente di Alimentazione e Chimica degli alimenti, ha presentato il suo ultimo libro “La dispensa di Bilanciamo: dalla spesa alla tavola”, corredando la sua piacevole esposizione con tutta una serie di consigli pratici e illustrando al folto e attento pubblico presente, ragazze e ragazzi delle scuole superiori di Fondi, i benefici effetti sul nostro organismo di una dieta varia ed equilibrata.
Per celebrare la Giornata Mondiale dell’alimentazione, oltre che patrocinare la presentazione del libro della dott.ssa Biondi, l’Ente Parco ha assunto due altre iniziative.
Domenica 13, nel quadro del progetto GENS di educazione ambientale e alla sostenibilità “Mi curo del cibo. Mi curo col cibo. Una mensa a cielo aperto”, promosso dal Sistema regionale delle Aree Naturali Protette del Lazio, l’agronoma del Parco, dott.ssa Maria Rosaria Perna, ha organizzato un incontro con le operatrici e i bambini dell’Associazione LiberaMente, durante il quale è stata offerta una degustazione di pane con olio evo bio e miele ai bambini si sono proposte esperienze sensoriali e un’attività di laboratorio su semi e frutti. In coincidenza con la Giornata Mondiale dell’alimentazione, inoltre, la lezione prevista per il corso di formazione dei volontari del Servizio Civile del Parco ha avuto per oggetto “Il Parco e il cibo, sostenibilità ambientale, educazione alimentare, salute dei consumatori”.
Portando il saluto istituzionale dell’Ente Parco all’incontro con la dott.ssa Biondi, il direttore dott. Lucio De Filippis si è soffermato in particolare sull’importanza della qualità degli alimenti che assumiamo: occorre non solo curare che la nostra dieta sia varia ed equilibrata; condizione altrettanto importante affinché la dieta produca effetti benefici è la qualità degli alimenti che la compongono. Per questo occorre un’azione concreta di sensibilizzazione e di vigilanza che preservi le biodiversità e gli ecosistemi naturali, incoraggi la diffusione dell’agricoltura biologica e promuova i prodotti delle aree protette: è l’azione che, appunto, svolgono i Parchi naturali.
“Rispetto ai rischi connessi all’acquisto di prodotti alimentari non adeguatamente tracciati – ha rilevato il dott. De Filippis – i prodotti delle aree protette offrono al consumatore la certezza della provenienza da un’area che è sottoposta a precisi vincoli ecologici e su cui – grazie anche alla vigilanza degli Enti Parco – è più intenso e costante il controllo dei parametri di salubrità ambientale. Non è un caso che proprio le aree protette abbiano registrato in questi ultimi anni un progressivo incremento delle esperienze di filiera corta, con la riduzione quanto più possibile della distanza tra produttore e consumatore: ciò consente al consumatore di essere più direttamente informato sui processi di produzione e di acquistare prodotti freschi che ancora conservano integri i loro valori nutrizionali e le loro proprietà organolettiche --- senza parlare di altri vantaggi più generali, quali il risparmio sui costi di trasporto e, dal punto di vista ambientale, una minore emissione di anidride carbonica.
Proprio per questo la Regione Lazio ha istituito un marchio di qualità intitolato “Natura in Campo – I prodotti dei Parchi”, per premiare e promuovere, con una apposita certificazione, i prodotti agroalimentari delle aziende delle aree protette che rispettino un preciso disciplinare volto appunto a garantire la genuinità degli alimenti e corrette procedure di produzione”.
“La promozione del benessere psico-fisico della collettività, che è uno degli obiettivi primari dell’Ente Parco, – fa ulteriormente osservare il Commissario straordinario dott. Giuseppe Incocciati – richiede un approccio olistico, ovvero un’analisi e forme d’intervento che tengano conto di tutti i fattori che influiscono sulla salute degli individui. Così è anche per il tema del cibo e dell’alimentazione, che è strettamente correlato ai grandi temi della sfida ecologica che ci troviamo ad affrontare: inquinamento, diffusione incontrollata delle colture intensive, abuso di fertilizzanti e di prodotti chimici, alterazioni del clima.
Le aree protette rappresentano un tentativo di argine al degrado ambientale e di resilienza verso un rapporto più corretto con il nostro habitat naturale. Occorre intensificare i nostri sforzi, incentivando da un lato la conversione di un numero sempre crescente di aziende e di industrie alla green economy e dall’altro sensibilizzando la pubblica opinione sui vantaggi che ne deriverebbero in termini non solo di vivibilità del pianeta ma anche, appunto, di una sana e corretta alimentazione”.
Fondi (LT), 19 ottobre 2024
Ufficio Comunicazione
Ente Parco