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Uomo e territorio

Uomo e territorio

Il territorio del Parco si estende a quote che variano tra i 180 e i 550 metri, ma perlopiù intorno ai 300-350 metri. Su uno dei pianori di tufo ove si aprono le spettacolari piccole forre dell'area protetta sorge il paese di Barbarano Romano, mentre gli altri sono coltivati a uliveti, vigneti e orti.

Contando le aree archeologiche, di grande suggestione a cominciare dalla necropoli di San Giuliano, e le altre testimonianze storiche si può parlare del Parco come di uno dei luoghi, nella regione degli etruschi e del paesaggio di origine vulcanica, più emblematici dello stretto connubio tra natura e cultura.

Storia del territorio

A partire da oggetti litici ritrovati nell'area del Quarto, d'età paleolitica, le testimonianze della frequentazione umana di questo territorio risalgono a periodi remoti. Anche in riferimento al neolitico sono stati trovati reperti, come frammenti ceramici e strumenti litici. A parte la grande importanza del vicino sito di Luni sul Mignone, è con gli etruschi che qui arrivano importanti realizzazioni giunte sino a noi come numerosi tumuli. Presenti pure tracce della viabilità etrusca, vale a dire le suggestive vie cave: tra quelle oggi visitabili sono la Cava di Sarignano, del Castelluzzo, delle Quercete, di Pisciarello, di San Giuliano alla base della rocca. Nell'area del Quarto sono i resti del romano ponte Piro. Sull'acrocoro di San Giuliano nell'alto Medioevo sorge forse l'abitato di Marturanum, la cui esatta collocazione ancora non trova concordi gli studiosi.

La prima menzione del castello di Barbarano appare in una pergamena del 1188. Nella sfera dei possedimenti ora di Viterbo, ora di Roma, il paese si dota di uno statuto comunale nel XIV secolo. Da notare, le stesse gole oggi solitarie vengono intensamente sfruttate con mulini idraulici e coltivi. Nel 1870 entra a far parte del regno d'Italia. Nel 1922 viene realizzata la ferrovia Orte-Civitavecchia, che ha una stazione anche a Barbarano: dismessa dal 1962, oggi è in rovina nei pressi del bosco della Bandita.

Archeologia e arte

Il paese di Barbarano Romano sorge su un pianoro tufaceo di forma triangolare, protetto per due lati dal torrente Biedano e da un suo affluente, per il terzo da imponenti mura d'età medievale. L'ingresso è per una maestosa porta a torrione del XV secolo, la Porta Romana, un tempo dotata di ponte levatoio. Qui transitava la via Clodia, di cui parte del tracciato è stato riportato alla luce negli anni Ottanta. Case con scala esterna o profferlo, nel locale tufo rossiccio, s'incontrano nei vicoli assieme alle chiese di Santa Maria Assunta, del Crocifisso, di Sant'Angelo. Il Museo archeologico espone numerosi reperti, in buona parte provenienti dalla vicina necropoli di San Giuliano, come il corredo della tomba Cima con vasi attici a figure nere di provenienza greca. Ma la visita alla necropoli – di eccezionale interesse - va fatta di persona, ed è resa agevole da una rete di sentieri che ne raggiunge la ramificata disposizione delle tombe in un'area non lontana dal paese, a partire dal parcheggio del Caiolo.

Risalente ai secoli VI-VII a.C., la necropoli di San Giuliano sorge sui fianchi di una rupe tufacea occupata da un insediamento stabile già durante il Villanoviano recente (alla fine dell'VIII secolo a.C.). Secondo gli studiosi, nessuna necropoli etrusca nota presenta una tale varietà e ricchezza di tipi sepolcrali. Si va dalla tomba Costa a semidado con finta porta in facciata, alla tomba Rosi a dado, al grandioso tumulo Cima, il principale della necropoli: 25 metri di diametro e una pianta complessa, con camere e vestibolo a soffitto con decorazione simil-lignea. La più monumentale è la tomba della Regina, con la facciata alta dieci metri, mentre la non lontana tomba del Cervo presenta sopra una gradinata laterale una singolare scultura a bassorilievo: rappresenta la lotta tra un cervo e un lupo ed è stata scelta dal Parco come emblema stesso dell'Area Protetta. Sul pianoro sommitale della rupe sorge la piccola chiesa medievale di San Giuliano, anch'essa in tufo.

Tradizione e folklore

FESTE PAESANE DI BARBARANO ROMANO

Sant'Antonio Abate, processione religiosa, benedizione degli animali e distribuzione della "staffa", pane dalla forma caratteristica, con innalzamento di un pallone aerostatico.

Carnevale Barbaranese, con sfilata di carri allegorici.

Venerdì Santo

processione del Cristo Morto

Prima Domenica di maggio

"Attozzata"

pranzo in campagna a base di ricotta fresca e pane.

Corpus Domini

Infiorata per tutte le vie del paese

Con altari provvisori innalzati per le strade.

8/9/10 settembre

Natività della Madonna

Festeggiamenti di settembre: sagra della lumaca, tombola, corsa dei cavalli, giochi popolari, spettacoli e distribuzione ad ogni famiglia della "pagnottella di San Nicola", pane composto da dieci palline unite insieme e marchiate.

Domenica dopo il 15 settembre

Madonna dell'Addolorata

Con processione religiosa delle cosiddette "Consorelle dell'Addolorata".

Ultima Domenica di ottobre

Festa della vendemmia

4 dicembre

Santa Barbara, patrona di Barbarano Romano

Processione religiosa, concerto, fuochi d'artificio e innalzamento di un pallone aerostatico.

Feste di Natale

Presepio vivente.

Per le feste scomparse, già oggetto di una ricerca, puoi contattare Don Umberto, Parroco di Barbarano Romano.