
Servizio di consulenza micologica
I boschi in autunno offrono l'occasione per passeggiate rilassanti o trekking impegnativi a pochi chilometri da casa, godendo del clima spesso mite nella nostra regione in questo periodo.
Tra le varie possibili motivazioni (se mai servisse una motivazione "specifica"!) la raccolta dei funghi costituisce una spinta tra le più popolari: nel periodo favorevole, migliaia di raccoglitori si mettono in cammino alla ricerca dei preziosi frutti del sottobosco.
E' un'attività certamente piacevole e salutare (camminare all'aria aperta, in un bosco è un elisir di lunga vita), ma che va svolta in piena sicurezza e nel rispetto delle regole, indicate nel Lazio dalla legge regionale n. 32 del 1998 e le sue successive modifiche.
Dal punto di vita della sicurezza, valgono le attenzioni che sempre bisogna avere quando ci si muove in ambienti naturali: prudenza, attrezzatura e abbigliamento adeguati, rispetto della fauna selvatica, conoscenza del territorio e dei propri limiti sono solo alcune delle accortezze da adottare. Vale anche la pena di ricordare che nel periodo autunnale le vipere, come molti altri rettili, sono ancora attive ma rese più torpide della diminuzione delle temperature notturne e quindi più facili da incontrare. Mai mettere le mani "alla cieca" nei cespugli o sotto le foglie! Non disturbare (tanto meno uccidere) gli animali selvatici se si avesse la fortuna di trovarseli nelle vicinanze, ma semplicemente osservarli da rispettosa distanza o evitarli del tutto è, oltre a un obbligo di legge, requisito minino di civiltà.
Tranne casi particolari, la raccolta di funghi spontanei epigei (cioè i funghi per antonomasia) è consentito solo ai fini del consumo alimentare: per questo motivo, e per evitare di incorrere in spiacevoli "incidenti" dagli esisti a volte fatali, la raccolta va limitata alle specie di cui si ha una buona conoscenza e agli esemplari in condizioni adeguate al consumo. Può capitare però, anche ai conoscitori più esperti, di avere qualche dubbio, che se tale rimane deve indurci senza esitazione a scartare l'individuo "sospetto" o, unica alternativa, a cercare conferma della sua commestibilità da parte di un micologo professionista, solitamente disponibile presso i servizi territoriali ASL.
Nei fine settimana del mese di settembre, orari indicati nella locandina, la micologa Jessika Pinget Barrios (abilitata ai sensi del D.M. 686/96, art.6) sarà a disposizione nei locali del museo per il controllo, l'identificazione e la verifica della commestibilità di funghi spontanei.
Affinchè sia possibile procedere all'accertamento, i funghi devono essere presentati integri (gambo e cappello) e ben conservati e trasportati (non danneggiati, ammaccati o altro). Inoltre, il riconoscimento fa effettuato su ogni singolo esemplare e non su un "rappresentante".