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Viterbo

    La fama di "città papale" ha offuscato la notorietà di quel gioiello rappresentato dal centrale nucleo medievale, ancora racchiuso dalla cinta di mura. Così, che Viterbo conservi piazze e strade duecentesche tra le più integre d'Italia, non pochi lo ignorano. Naturalmente Roma esclusa, per il turista è di gran lunga il più interessante dei capoluoghi laziali.

    Fondata dagli etruschi e passata sotto il dominio dei romani prima e dei longobardi poi, la città divenne libero comune tra i secoli XI e XII e nel '300 raggiunse il suo massimo splendore allorché divenne residenza abituale dei pontefici. Proprio nel Palazzo Papale di Viterbo si tenne il più lungo conclave che l'ultramillenaria storia della Chiesa ricordi. Trentatre lunghi mesi, dopo la morte del Papa francese Clemente IV, impiegarono i cardinali a eleggere al trono di Pietro Gregorio X, nel febbraio del 1272. Quasi tre anni durante i quali su Viterbo si puntarono gli occhi del mondo cristiano. Da una signoria all'altra la città finì quindi tra i possedimenti dello Stato della Chiesa, e quindi fu annessa al Regno d'Italia nel 1870.

    La visita può aver inizio dalla centrale piazza del Plebiscito, che si raggiunge facilmente a piedi dal parcheggio del piazzale Martiri dell'Uganda. Subito prima si incontra la gotica chiesa di Santa Maria della Salute, con un bel portale ornato di rilievi. Giunti nella piazza per un passaggio coperto, ecco di fronte: sulla sinistra, il Palazzo del Podestà con la torre dell'Orologio e quindi la chiesa di Sant'Angelo; sulla destra, il Palazzo dei Priori o Comunale, eretto su un portico, e il palazzo della Prefettura. Presa dopo quest'ultimo la via San Lorenzo, subito a destra c'è il rinascimentale Palazzo Chigi (XV sec.) affiancato da una torre medievale. Continuando per la via si giunge invece nei pressi della bella Santa Maria Nuova, tra le chiese più belle della città (sec. XII) e quindi alla piccola piazza della Morte, con al centro una fontana. Proseguendo, oltre i portici quattrocenteschi del Palazzo Farnese si arriva in piazza del Duomo. Contornata dalla cattedrale di San Lorenzo, dal suo elegante campanile gotico e dal celebre Palazzo Papale (del XIII secolo), è il ben noto polo d'attrazione della Viterbo turistica.

    Eppure le sorprese sono lì a due passi. Tornati alla piazzetta della Morte, per la tortuosa via San Pellegrino si entra nell'omonimo quartiere medievale. Urbanisticamente quasi intatto, tra le sue abitazioni a scaletta esterna e gli stemmi sui muri, le minuscole piazze, le torri e gli archi, si compie il raro miracolo del perpetuarsi di un'atmosfera realmente d'altri tempi nel cuore per giunta di una grande e moderna città.

    In fondo alla via, sulla sinistra si raggiunge piazza della Fontana Grande (duecentesca, con una vasca a croce greca, è la più bella della città) e da lì, volendo, le chiese romaniche di San Sisto e, appena fuori le mura, di Santa Maria della Verità. Completano la visita - si fa per dire perchè Viterbo è grande e in una giornata certo non si vede tutto - dall'altra parte del centro, la quattrocentesca Rocca più volte ampliata e rimaneggiata e la vicina chiesa di San Francesco, gotica ma dal portale romanico, dov'è conservato l'elegante Sepolcro di quell'Adriano V che Dante collocò tra gli avari nel suo Purgatorio.

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