
Accordo tra le parti

Boccali: "il protocollo d’intesa stipulato tra l’Ente Parco e il CNR IRET estende e rafforza l’attività di rilevamento già svolta dal personale tecnico dell’Ente, con la finalità di realizzare attraverso l’utilizzo di strumentazione specifica ulteriori monitoraggi acustici passivi e attivi nel periodo di maggiore attività dei chirotteri (primavera – estate) e censimenti delle specie ibernanti, nel periodo invernale, e per aggiornare le conoscenze sulla chirotterofauna presente nel Parco regionale dei Castelli Romani e nelle aree protette affidate in gestione all’Ente Parco".
Il presidente dell'Ente Parco, avv. Ivan Boccali, con delibera n. 7 del 20-11-2025, approva l’Accordo di collaborazione scientifica con l’Istituto di Ricerca sugli Ecosistemi Terrestri del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR IRET), per la realizzazione del progetto di ricerca “Monitoraggio della chirotterofauna nel Parco regionale dei Castelli Romani".
La tutela e conservazione delle specie e degli habitat di interesse comunitario, in particolare quelle vulnerabili, rientra tra i compiti fondamentali di un’area naturale protetta, al fine di mantenere gli equilibri ecosistemici. I chirotteri nello specifico sono considerati indicatori ecologici e “specie ombrello”, in quanto la loro protezione garantisce la conservazione di altre specie legate al loro ambiente. Il monitoraggio è quindi importante per acquisire dati utili sullo stato di salute della popolazione dei chirotteri ed attuare le corrette azioni volte a mantenere l’ambiente idoneo all’esistenza e riproduzione di questa specie in condizioni soddisfacenti.
Il monitoraggio dello stato di conservazione delle specie sia animali che vegetali e degli habitat di interesse comunitario, costituisce uno degli obblighi più importanti ed impegnativi derivanti dalla Direttiva 92/43/CEE (Direttiva Habitat), e l’Emissario del Lago di Neminel territorio del Parco regionale dei Castelli Romani, è il sito di maggior interesse per lo svernamento dei chirotteri, conla presenza di 8 specie, pari circa al 35% di quelle rilevate nella Provincia di Roma alcune delle quali inserite negli allegati II e IV della suddetta direttiva.