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Quick info

  • Difficoltà: T
  • Durata: 1h e 56m
  • Distanza: 7,1 Km
  • Dislivello in salita: 85 m
  • Dislivello in discesa: 81 m
  • Tipologia: A piedi, In bici

Informazioni:
Parco Regionale Appia Antica
Via Appia Antica, 42
00179 Roma
Tel. 06 5135316

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Tappa 1 

Fonte Acquasanta Egeria

Nota fin dall’antichità per le  sue  virtù terapeutiche l’acqua della Fonte Egeria, il cui nome è legato ad un’antica leggenda, dopo un lungo periodo di oblio tornò ad essere popolare nel secolo XVI, grazie al  medico di Papa  Gregorio VII e all’Abate Tommaso delle Valle, che ne parlò con entusiasmo nella sua Guida all’Acqua Santa. Nel XVIII secolo cominciarono le prime analisi chimiche e la sorgente fu collegata alla città tramite due strade carrozzabili. Per tutta la prima metà del ‘900 la fonte continuò ad essere una delle mete preferite dei romani. Da 50 anni l’acqua della fonte Egeria è affidata alla gestione della Società Acqua Santa di Roma. E’ un’acqua medio-minerale ricca di sali minerali tra cui calcio, magnesio, potassio e fluoro.

 

Tappa 2 

Cisterna Romana

Come potete osservare sullo sfondo, volgendo lo sguardo a  destra, con le spalle ai resti della Cisterna, ci troviamo alla periferia del rilievo appartenete al Complesso vulcanico dei Colli Albani.

Ben visibile nel suo insieme la valle della Caffarella incisa dal fiume Almone. Essa rappresenta uno dei pochi luoghi dove è ancora possibile osservare le rocce più antiche prodotte dall’attività del vulcano dei Colli Albani, in particolare pozzolane rosse e tufo di Villa di Senni. 

La Cisterna, costruita probabilmente intorno al I Sec d.C., era in origine  interrata e raccoglieva l’acqua piovana poi utilizzata per l’irrigazione delle colture agricole. In un secondo tempo, durante la costruzione  del Circo di Massenzio rimase scoperta a seguito del prelievo di materiali effettuato per la costruzione della pista. Per maggiori informazioni sul vulcano e la morfologia della valle vi consigliamo di osservare attentamente il pannello fotografico alla prossima tappa.

 

Tappa 3 

Bosco Sacro

I tre lecci che si possono ancora osservare sono gli ultimi esemplari del bosco di impianto Settecentesco che fu reimpiantato sullo stesso sito dove Erode Attico, il primo grande proprietario terriero della storia della Caffarella, fece piantare un Bosco Sacro. E la tradizione oggi continua. Dalle ghiande dei tre alberi vengono oggi impiantati nuovi alberi per ogni nuovo bambino nato nel quartiere (come si può vedere all’interno della piccola area recintata sulla vostra destra). 

 

Tappa 4 

Il ninfeo di Egeria

Secondo la leggenda la ninfa Egeria era una delle Camene (divinità minori legate alle acque e alle sorgenti).  Le Camene ricambiavano le offerte di acqua e latte concedendo profezie; in genere esse accompagnavano eroi o personaggi importantissimi, così Egeria si legò alle origini stesse di Roma sposando Numa Pompilio, il re sabino successore di Romolo. 

La leggenda vuole che essi si incontrassero in questo luogo per chiacchierare e fare l'amore; qui la ninfa ispirava lo sposo nel comporre le leggi e l'ordinamento religioso della Roma primitiva. 

La struttura architettonica dell'edificio è oggi facilmente riconoscibile grazie ai restauri del 1999. Consiste in una grande stanza rettangolare, con una nicchia nel fondo e tre nicchie più piccole in entrambe le pareti laterali, il tutto costruito in "opus mixtum" di opera reticolata e laterizio. Tale tecnica edilizia data la costruzione intorno alla metà del II sec. d.C.. 

Dalla nicchia di fondo, dove vi è una statua coricata del dio Almone, sgorga l'acqua della fontana: essa è captata da una sorgente acidula sotto via Appia Pignatelli, che una volta confluiva naturalmente nell’Almone. Oggi il Parco ha realizzato artificialmente un canale per convogliare queste acque non inquinate nella Marrana di sinistra che possiede buone caratteristiche ambientali. 

Il canale Ottocentesco in muratura, che costeggia la passerella in metallo, apparteneva ad un canale più esteso che serviva ad alimentare la mola del Mulino che sorge accanto al Sepolcro di Annia Regilla. 

 

Tappa 5 

Sorgenti

Il gran numero di manifestazioni sorgentizie che si rinvengono nella Valle della Caffarella  e nelle sue immediate vicinanze è dovuto sia all’orografia depressa  sia  alla quota elevata del substrato  impermeabile che fa da sostegno alla falda di base  contenuta nelle vulcaniti. L’interazione della falda  contenuta nelle rocce vulcaniche  con i fluidi di provenienza profonda ha permesso l’arricchimento delle acque di Sali minerali. 

Alla base dei  versanti della valle, costituiti dalle più antiche  rocce piroclastiche  si verifica il contatto con i più recenti sedimenti  trasportati dal Fiume Almone  costituiti prevalentemente da argille e limi. Lungo questo contatto caratterizzato da terreni aventi permeabilità molto  differenti avviene l’accumulo dell’acqua di falda contenuta nelle vulcaniti che da origine a  numerose sorgenti  di acqua medio minerale  e leggermente acidula  proprio come quella della Fonte Egeria. 

Due sono ben visibili. La prima la potete osservare sulla vostra destra oltre la ringhiera in ferro.

La seconda sulla vostra sinistra pochi decine di metri più avanti all’incrocio con il sentiero che porta al Casale della Vaccareccia. Entrambe le sorgenti vanno ad alimentare la Marrana di sinistra. 

 

Tappa 6 

Casale dell’ex Mulino

Restaurato nel 2002 è oggi visitabile. E’ la sede delle attività didattiche e culturali del Parco. 

Qui termina il condotto che avete già potuto osservare  al Ninfeo d’Egeria e che in epoca medioevale alimentava la mola esistente sotto l’attuale Casale settecentesco. Il canale veniva alimentato dalle acque dell’Almone all’altezza della Torre Valca. Annessa al Casale vi è la Tomba di Annia Regilla (II secolo d.C.)  monumento centrale del Triopio di Erode Attico.

 

Tappa 7 

Laghetto 

Ecco una delle più recenti realizzazioni dell’Ente Parco. Un’area umida che permette di migliorare la qualità dell’ecosistema della valle della Caffarella, garantendo agli uccelli di passo una vera area di sosta. Inoltre ha un ruolo fondamentale nella conservazione della biodiversità di questo sito. E’ stata creata deviando le acque della Marrana di destra soggetta a frequenti esondazioni che danneggiavano i terreni agricoli circostanti. Le acque una volta attraversato lo stagno vanno a riversarsi, più a valle, nel vecchio corso della Marrana. La qualità delle acque in questo punto è elevata. Un fattore dimostrato anche dalla presenza di Rovelle e Spinarelli, pesci che vivono in ambienti intatti.

 

Tappa 8 

Casale della Vaccareccia

Di fronte a voi ecco il Casale della Vaccareccia. Edificato nel corso del XVI secolo, nella tenuta dei Caffarelli , ingloba una torre del XIII secolo, in blocchetti di tufo e scaglie di marmo, la cui parte superiore emerge sul tetto del casale. Il corpo principale presenta un porticato ad archi su colonne di granito con  capitelli corinzi in marmo.

Il fontanile, sulla vostra sinistra, attivo fino agli anni ’30 e rinvenuto nel corso di lavori di sistemazione della Caffarella in occasione del Giubileo, veniva alimentato dalle sorgenti che tuttora si trovano nei pressi del Casale. Il Parco ha in progetto il recupero del fontanile. 

 

Tappa 9 

Torre Valca 

Sulla vostra  sinistra, nei pressi dell’Almone, potete osservare una torre medioevale costruita tra il  per il controllo di un ponte i cui resti sono ancora oggi visibili. La tecnica edilizia in blocchetti parallelepipedi di tufo consente di datarla al XII-XIII secolo. La torre, che era difesa da un antemurale (primo muro di difesa) e fornita di ponte levatoio che conduceva direttamente al primo piano, fu probabilmente anch’essa sede di una valca.

 

Tappa 10 

Colombario Costantiniano

Ben visibile da qui, il Colombario Costantiniano è in realtà un sepolcro a tempietto del II secolo d.C.. Il monumento è a pianta rettangolare, su due piani, con portico anteriore, costruito in mattoni gialli per le parti strutturali e rossi per i particolari decorativi. Nel piano inferiore era localizzata la camera funeraria. Durante il Medioevo l’edificio fu trasformato in mulino: una canale d’acqua regolato da una chiusa entrava nella costruzione facendo girare una macina orizzontale.Il mulino era alimentato da una sorgente posta più a monte le cui acque oggi sono state deviate nell’Almone per preservare la staticità dell’edificio. 

 

L’acqua della Caffarella

La valle della Caffarella è solcata da un reticolo di fossi e marrane, su cui si intersecano canali di scolo minori. Il corso d’acqua principale è il fiume Almone, a cui si affiancano due marrane a destra e a sinistra. L’Almone nasce alle pendici dei Colli Albani, mentre le due marrane hanno origine in prossimità di via dell’Almone e sono alimentate da piccole sorgenti, che scaturiscono ai piedi dei rilievi della collinari della valle. Nel corso dei secoli l’Almone ha subito una miriade di deviazioni e canalizzazioni, motivate soprattutto dalla necessità di irrigare i campi attigui, che da sempre sono coltivati, nella fertile valle della Caffarella. Oggi il suo percorso è riconoscibile fino all’aeroporto di Ciampino a monte, all’altezza della fonte dell’Acqua Santa sull’Appia Nuova dove raccoglie le acques dei fossi Patatona e Acqua Mariana; a valle fino a dove incrocia la via Cristoforo Colombo. Da qui il fosso viene intubato nel collettore di Roma Sud. Il nome, Almone, narra l’Eneide, gli fu dato dall’omonimo eroe troiano, figlio di Tirro, custode degli armenti dell’esercito troiano, morto nella guerra tra troiani e latini che precedette la fondazione di Roma. 

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