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25 Gennaio 2022

Laghi del Parco dei Castelli Romani: il lago Albano

Aspettando la "Giornata mondiale delle Zone Umide", conosciamo meglio il lago Albano

Il lago Albano è quello più grande nel territorio dei Castelli Romani, ha una forma ellittica originata dall’unione di due crateri e raggiunge circa 3,5 km di lunghezza e 2,8 km di larghezza. La sua profondità massima è di circa 170 metri. É un lago di origine vulcanica alimentato da piogge, falde acquifere e sorgenti sotterranee, non ha immissari, occupa una superficie di circa 600 ettari e si trova a circa 300 metri sul livello del mare.

Le ripide coste del lago hanno consentito la conservazione delle antiche selve caratterizzate dal bosco misto, mentre le acque costituiscono l’habitat ideale per uccelli acquatici e fauna ittica, sui costoni rocciosi del lago Albano nidifica uno dei predatori alati in assoluto più spettacolari: il Falco Pellegrino, che si nutre esclusivamente di altri uccelli catturati in volo con picchiate mozzafiato attraverso le quali può raggiungere la velocità di 300 chilometri orari.
 
Grazie all’acqua, la biodiversità delle sponde del lago si differenzia da quella della maggior parte dei boschi del Parco, a prevalenza di castagno, qui si possono trovare boschetti ripariali più o meno continui costituiti da ontani, pioppi e salici e una localizzata presenza di cannucce di palude e di giunchi. Tra le specie vegetali che ospita troviamo: la Tipha latifolia o “Mazza sorda” e la Phragmites australis o “Cannuccia di palude” , poi alghe come Ceratophillum demersum e Myriophillum verticillatum, e varie specie ittiche più esotiche che autoctone.

Per quanto riguarda l’avifauna che lo popola, in base agli ultimi censimenti effettuati sull’avifauna svernante condotti dai naturalisti del Parco per il progetto I.W.C. di Wetland International, è emersa una lieve flessione del numero complessivo di animali e del numero di specie, dovuta al deterioramento degli ambienti acquatici. Questo lago infatti a causa di caratteristiche non ideali per la maggior parte delle specie dell’avifauna acquatica (acque alte con poca vegetazione sommersa raggiungibile e scarsità di vegetazione ripariale di rifugio), ma anche a causa dell’elevato disturbo antropico, ospita contingenti poco variati e numericamente poveri. Rare Folaghe e Germani reali con spiccate caratteristiche di ibridazione sono tutto quello che resta.

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