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23 Dicembre 2021

OrtoLazio non si ferma

Continuano i sopralluoghi dei tecnici dell'orto botanico nelle aree protette della Regione Lazio

OrtoLazio è un progetto nato dall'accordo tra Regione Lazio e il dipartimento di Biologia dell'Università Sapienza, finalizzato a realizzare nel Museo Orto Botanico di Roma una serie di aree dedicate agli ambienti naturali che i nostri parchi tutelano. Si è partiti ricostruendo una duna sabbiosa con le piante tipiche delle nostre coste ed ora continuano i sopralluoghi dei tecnici nelle aree protette regionali per la ricerca e la valorizzazione di altre specie d’interesse naturalistico.

Ultimamente sono stati raccolti, grazie alla collaborazione del personale del Parco Regionale dell’Appia Antica, alcuni semi di Marruca, Paliurus spina-christi. Verranno selezionati per verificare la possibilità di acquisizione da parte della Banca del Germoplasma. Inoltre, parte dei semi raccolti saranno utilizzati per la semina e la collocazione nelle collezioni dell'Orto Botanico.
 

  • La Marruca è un arbusto molto ramificato, che raggiunge anche i 6 metri, appartenente alla famiglia delle Rhamnaceae. Il nome scientifico “spina-christi” ricorda come i suoi rami spinosi secondo la tradizione furono usati per fare la corona di spine posta sulla testa di Cristo prima della crocifissione. Sono tanti invece i nomi volgari e comuni a livello locale della Marruca: marruca nera, piattini, soldini, cappellini, spino soldini, spino gatto, spina marruca, spino nero, spino crocefisso.
  • È una latifoglia caducifoglia che fiorisce tra giugno e luglio e l'infiorescenza è ad ombrello di piccoli fiori gialli. La maturazione dei frutti avviene tra ottobre e dicembre; il frutto è una drupa legnosa a forma di dischetto di 2-3,5 cm di diametro. I frutti sono commestibili e hanno un sapore che ricorda quello di mela essiccata.
  • La marruca ha una crescita molto lenta, ma è molto longeva. È un arbusto di ambiente tipicamente mediterraneo, su suoli poveri e resistente alle scarse precipitazioni. Una volta era più diffusa perché per i suoi rami spinosi per creare delle siepi praticamente impenetrabili, ad esempio, intorno ai campi coltivati per separarli dal bestiame al pascolo, ma anche intorno a casali e ville di campagna.

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