
Pasta fresca ottenuta dalla miscelazione delle farine di grano tenero, grano duro, granturco (in quantità variabile) e aggiunta di acqua e uova intere. L'impasto viene lavorato a mano (o con l'ausilio dell'impastatrice meccanica nel caso di grandi quantità) fino a raggiungere una certa consistenza ed aspetto omogeneo. La pasta ottenuta viene lavorata con lo "stenderello" per formare delle strisce di circa 50 cm di lunghezza, 4 - 5 cm di larghezza e qualche millimetro di spessore. Si procede con il taglio tipo strozzapreti, o tonnarello o a chitarra.
La cucina rovianese è sempre stata semplice, buona e sostanziosa, se pure monotona in certi periodi dell'anno. Mangiare bene e con sazietà era un desiderio dei contadini rovianesi che, però, potevano soddisfare poche volte l'anno, in particolare durante le feste patronali, Natalizie, e Pasquali. I Cuzzi di Roviano, invece, rappresentavano il piatto tipico della domenica e generalmente venivano preparati con aglio, olio extra vergine di oliva, pomodoro, peperoncino e formaggio ovino prodotto dai contadini del posto. Dialettalmente detti "I cuzzi co jaju".