I rapaci diurni (falconiformi e accipitriformi), ponendosi al vertice delle catene alimentari, sono sempre stati considerati dei competitori da parte dell’uomo, soprattutto nell’ambito della caccia e/o dell’allevamento del bestiame, e pertanto contrastati con mezzi spesso illegali quali avvelenamento e bracconaggio; inoltre il prelievo dei pulcini -i pulli- dal nido a scopo di falconeria e la consuetudine di realizzare ambìti trofei con gli individui adulti, hanno portato diverse specie di rapaci ad essere minacciate o in pericolo di estinzione.
La Direttiva Uccelli (2009/147/CE), con la quale le Comunità europee si pongono l’obiettivo di garantire la sopravvivenza e la riproduzione di tutte le popolazioni di uccelli selvatici nella loro area di distribuzione, prevede per queste tre specie (e per tutte quelle elencate nell’allegato I), l’analisi delle tendenze e delle variazioni delle popolazioni attraverso un’attività di monitoraggio, caratterizzata da tecniche standardizzate e da verifiche periodiche.
Le attività di monitoraggio rivestono un ruolo chiave nel processo di "gestione adattativa", consentendo un controllo delle attività di gestione e la valutazione dei risultati in riferimento agli obiettivi specifici, con l'opportunità di apportare cambiamenti in tale strategia. A tal fine, la Regione Lazio con D.G.R. 3 luglio 2007, n. 497, ha definito le disposizioni per l’organizzazione e l’attivazione di una Rete regionale di Monitoraggio per lo stato di conservazione degli habitat e delle specie della flora e della fauna in applicazione della Direttiva Habitat (Direttiva 92/43/CEE), affidando al personale delle aree protette e dell’ARP questo compito.
Per raggiungere gli obiettivi contenuti nelle disposizioni normative, l’ARP, avvalendosi dell’operato dei naturalisti esperti Emanuela Peria (responsabile del progetto) e Stefano Sarrocco (referente tecnico-scientifico), ha formalizzato la costituzione della “Rete per il monitoraggio dei Rapaci rupicoli di interesse comunitario (Aquila reale Aquila chrysaëtos, Falco pellegrino Falco peregrinus e Lanario Falco biarmicus”) nel Lazio, coinvolgendo i rappresentanti di 19 aree protette regionali, di 3 parchi nazionali e una riserva statale, della Provincia di Roma e di associazioni interessate alla gestione di aree protette.
Nel corso dei prossimi anni, la definizione dello stato di conservazione delle popolazioni di questi tre rapaci rupicoli diurni non coloniali, verrà effettuata attraverso la raccolta di dati e l’elaborazione di parametri simili. Al fine di uniformare la raccolta dei dati si è deciso di utilizzare una terminologia comune e di adottare metodi di rilevamento standardizzati, grazie ai quali sarà possibile realizzare un archivio regionale che permetterà di integrare le conoscenze relative ai siti riproduttivi, stimare la consistenza delle popolazioni e la loro tendenza nel tempo. Inoltre sarà possibile identificare e verificare la natura delle minacce allo stato di conservazione delle tre specie sito per sito (Formulario standard Natura 2000) al fine di meglio indirizzare attività gestionali da parte delle aree protette. Infine verranno organizzati incontri annuali per il confronto, le elaborazioni e lo scambio di informazioni e dati sulle tre specie ed i risultati del lavoro svolto verranno pubblicati a cadenza periodica, anche sui siti web istituzionali.
2014 - Relazione conclusiva del primo anno di attività