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13 Gennaio 2023

Avifauna svernante, il censimento 2023

In corso il censimento nei laghi del Parco

È in corso l’annuale censimento dell’avifauna svernante nei laghi del Parco regionale dei Castelli Romani, che come ogni anno in questo periodo, affianca il rilevatore ufficiale per il progetto europeo I.W.C. di Wetlands International, l'organizzazione globale senza scopo di lucro dedicata alla conservazione e al ripristino delle zone umide.  

Il progetto di rilevazione che è stato avviato verso la metà degli anni ottanta, con la costituzione di un partenariato internazionale gestito dalla sopracitata organizzazione no-profit di cui fanno parte Enti pubblici, amministrazioni locali, ricercatori e docenti universitari, associazioni e gruppi di ornitologi. A livello nazionale il progetto è coordinato dall’ISPRA, ed è nato con l’obiettivo di censire tutti gli individui presenti, delle diverse specie dell’avifauna acquatica svernante, individuate secondo un criterio tassonomico.  

Attraverso l’attuazione del progetto, si ottiene il rilevamento, per molte regioni italiane, della quasi totalità delle zone umide esistenti sul territorio nazionale, e i dati che vengono raccolti, sono utili a stimare le dimensioni delle popolazioni delle varie specie di uccelli acquatici, quantificare i popolamenti locali e definire il valore dei siti, descrivere le variazioni numeriche e distributive delle popolazioni delle diverse specie, far confluire i dati in archivi internazionali che rendano possibile le loro analisi sia a livello globale che nazionale e locale.  

I dati relativi al censimento che verranno raccolti nel nostro territorio, consentiranno di fare una valutazione dello stato di salute dell’ambiente, con particolare riferimento ai laghi di Nemi e Albano. Da una prima stima, è già abbastanza evidente scarsità di animali e una varietà di specie molto ridotta (marcatissima nel lago Albano, ormai sostanzialmente privo di avifauna svernante) rispetto agli ultimi anni già mediamente poveri, complici presumibilmente: le temperature anomale per il periodo (soprattutto nell’Europa centrale) che potrebbero avere garantito una permanenza più lunga degli uccelli acquatici nei laghi ancora non ghiacciati e quindi un ritardo nello sposamento verso sud, la sovrabbondanza di pesci erbivori esotici che potrebbero avere impattato negativamente sulla vegetazione acquatica (sottraendo risorse alimentari alle anatre erbivore), ma anche il disturbo arrecato alla fauna selvatica da cause principalmente antropiche.

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