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8 Marzo 2017

Frontiere della visione tra forme e colori del mondo naturale: il Te' con la Scienza al Lago di Vico

Siamo talmente abituati a spalancare gli occhi sul mondo da non renderci conto che quello che stiamo vedendo lo dobbiamo a due minuscoli fori dell’iride che non superano i tre millimetri di diametro.
Il primo dubbio che dovremmo avere riguarda l’ampiezza del campo visivo. La realtà osservata è decisamente molto più grande dell’apertura dei due fori pupillari, eppure le cose osservate ci appaiono nella loro grandezza naturale. Come è possibile dunque che la nostra panoramica visiva possa attestarsi attorno ai 160°? Già questa semplice domanda dovrebbe indurci a pensare che spesso le risposte sono da qualche altra parte e non dove crediamo di trovarle. Sebbene la sensazione degli oggetti visti ci appaia come esterna, va detto che non è l’occhio a vedere ma il cervello.

Il miracolo della visione, del quale siamo protagonisti inconsapevoli appena apriamo gli occhi, dipende da una serie di meccanismi visivi e cerebrali, correlati tra di loro, che ci permettono di vedere correttamente le forme e i colori che abbiamo intorno. La percezione che abbiamo della realtà va a collocarsi nella distanza che intercorre tra i nostri occhi e le cose osservate. È quindi naturale pensarla come esterna. Le immagini che noi vediamo sono il risultato del complesso processo di traduzione che il sistema cerebrale compie nei confronti degli impulsi esterni. Per questa ragione è corretto dire che non è l'occhio a vedere ma il cervello.

L’incontro sarà una specie di viaggio e per molti aspetti un racconto del percorso che i raggi luminosi compiono per tramutarsi in immagine. Dallo scoprire perché il cielo è azzurro a come è possibile vedere oggetti così grandi dai due minuscoli fori della pupilla, sarà un provare a essere meno sconosciuti a noi stessi, visto che i processi della visione sono spiegabili sperimentalmente. Sarà un prendere coscienza di quanto i colori che abbiamo intorno dipendano dai processi fisici di colorazione della materia che interagiscono prima con il sistema visivo e in un secondo momento con l’apparato cerebrale. I colori che noi vediamo altro non sono che una sensazione prodotta dalle lunghezze d’onda e frequenze della luce. Sarà poco poetico ma di fatto i colori sono numeri: tra i 730 nanometri di lunghezza d’onda del rosso e i 380 del violetto è compresa la gamma che percepiamo sotto forma di colore.

Ne parliamo con Fiorenzo Mascagna, docente di di Teoria della percezione e Psicologia della forma.

Appuntamento alle ore 17.00 presso il LabTer della Riserva Naturale, Palazzo della Cultura, via della Repubblica snc a Caprarola ( Visualizzalo su StreetView ).

Per informazioni 0761-752048

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