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17 Ottobre 2014

Mazzano, storia di un crocevia

Antichi percorsi spirituali e del potere

A vederlo dall'alto si capisce subito perché Mazzano Romano fu costruito proprio lì: sta su uno sperone di tufo a picco sulla valle, quasi introvabile per chi non lo conoscesse, facilmente difendibile, vicino al fiume, non lontano (ma a distanza di sicurezza) da vie di comunicazione importanti. L'antico abitato conserva ancora l'impianto urbanistico medievale, con una struttura elicoidale fatta di vicoli che seguono le pieghe della rupe tagliata nella roccia vulcanica.

La valle del fiume Treja fu abitata già da epoche antichissime. Le prime presenze risalgono all'età del bronzo, circa 2000 anni a.C. La storia di Mazzano inizia con gli antichi insediamenti falisci. Della loro presenza rimangono diverse necropoli, delle quali gli scavi archeologici hanno portato alla luce una serie di importanti reperti, visibili nel Museo Nazionale dell'Agro Falisco di Civita Castellana, nel Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma e, più recentemente, nel Museo Civico Archeologico-Virtuale di Narce, di Mazzano Romano.

I falisci abitarono la valle fino a quando nel 241 a.C. i romani invasero tutta l'area. In questo periodo la regione divenne parte dell'Ager Faliscus, terra di conquista che in parte venne utilizzata come colonia penitenziaria ed in parte venne data in uso ai veterani dell'esercito di Roma. Probabilmente Mazzano deriva da Matius (nome di una famiglia romana) e quindi dal fondo di nome Matianum. Con il crollo dell'impero,vennero meno sia le grandi vie di comunicazione, sia le ampie tenute agricole romane. Nei secoli successivi i signori spinsero le popolazioni ad occupare i siti delle antiche città arroccate di origine etrusco-falisca, facilmente fortificabili, e quindi più sicuri, in un'epoca in cui le scorrerie di saraceni e bande di briganti rendevano le campagne poco tranquille. Lo sviluppo del borgo di Mazzano avvenne nell'alto medioevo. Le prime notizie risalgono intorno all'anno 750. Certo, non aveva la consistenza edilizia odierna: possiamo immaginarlo come un castello posto a caposaldo di un'area agricola, che a sua volta si trovava all'interno di una più grande azienda agricola, nota come Capracorum, che si estendeva dall'attuale Prima Porta fino a Nepi, che forniva grano, olio, vino… al Laterano.

Mazzano diventa un punto di un certo rilievo nella rete delle vie di pellegrinaggio durante tutto il medioevo fino al rinascimento in quanto era attraversata da tre vie: la via Francigena che dall'Inghilterra e la Francia portava i pellegrini a Roma; la via Amerina, che portava da Roma verso l'Umbria e quello che oggi è noto come cammino degli Angeli, che era un'ulteriore via di pellegrinaggio, soprattutto francescano, che portava da Roma verso Assisi.

Nel 945 d.C. il potente principe romano Alberico – padre del futuro papa Giovanni XII – la donò a Benedetto, abate del convento romano dei Santi Andrea e Gregorio al Celio, che rimase proprietario del feudo sino al 1526, quando il paese venne acquistato dalla potente famiglia degli Anguillara. Nel 1599 Flaminio Anguillara vendette Mazzano al Cardinale Lelio Biscia e nel 1658 il feudo passò per eredità alla nobile famiglia dei Del Drago, che lo amministrarono fino alla riforma fondiaria dell'Ente Maremma.

Oggi, passeggiando nel borgo di Mazzano, non è difficile intravedere diversi elementi architettonici decorativi: bifore, capitelli, modiglioni, cornicioni con stemmi. Elementi che ci raccontano di un passato importante, in cui il borgo era caratterizzato da edifici anche di rilievo. Su tutto rimane un'aria immota che trasmette calma e serenità. Lo scalpiccio dei passi risuona tra i vicoli, in basso nella valle le acque scorrono sempre uguali da secoli, tutto intorno il cielo è terso e l'aria frizzante. Non sempre appare così evidente che sia passato più di un millennio da quando questo posto è stato abitato.

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