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Rondini, messaggere della primavera

fauna del Parco

    Le Rondini sono tornate a popolare il cielo del Parco dei Castelli Romani, considerate il simbolo della primavera, arrivano per nidificare fermandosi fino all’autunno.

    Uccello migratore per eccellenza, questo piccolo passeriforme bianco e nero, può percorrere fino a 11mila km per raggiungere i luoghi di svernamento. Ha attraversato a ritroso, la valle del Nilo o il deserto del Sahara, il Mediterraneo e il canale di Sicilia, lo stesso tragitto che affronterà quando arrivano i primi freddi, per raggiungere il continente africano.

    Il nome scientifico della Rondine comune è Hirundo rustica, appartiene all’ordine dei passeriformi, alla famiglia Hirundinidae. In Italia è specie migratrice, nidificante sulla penisola, in Sardegna, Sicilia e alcune isole minori; più scarsa e localizzata nelle estreme regioni meridionali, mentre sembra assente in alcune aree di Calabria e Puglia meridionale.

    La Rondine è lunga circa 19 cm, con un’apertura alare di 32-35 cm, e un peso variabile tra i 16 e i 25 grammi. Possiamo osservarla mentre compie graziosi voli radenti su spazi aperti, campi coltivati, prati, pascoli, ma anche corsi d’acqua e laghi a caccia di insetti che cattura in volo. Riconoscibile dal colore del piumaggio, la parte superiore del dorso scura con riflessi bluastri, il ventre bianco, gola e fronte rosse.

    Predilige ambienti di campagna e costruisce il suo nido sotto porticati o nei fienili. Si è adattata molto bene anche a nidificare in zone urbanizzate, purché vicine a giardini e campi. Nidifica due volte l’anno, deponendo quattro o cinque uova alla volta, che vengono covate dalla femmina per un periodo che va dai 14 ai 16 giorni. Il nido è composto esternamente di fango, materiale che raccoglie generalmente nelle pozzanghere, mentre l’interno è rivestito di erba e piume, per rendere il giaciglio più morbido e confortevole.

    Specie particolarmente protetta dalla ‘Direttiva Uccelli’, in Italia la nidificazione risulta abbastanza stabile, ma in alcune aree vi sono stati cali piuttosto critici, in parte legati alla riduzione di siti adeguati alla nidificazione, ma anche ai mutamenti del clima e delle pratiche agricole, che hanno indebolito l’habitat idoneo alla conservazione. Nonostante il graduale declino della popolazione, la Rondine rimane tuttavia una specie ancora diffusa, per questo è importante mettere in campo azioni mirate alla sua salvaguardia come la promozione di un’agricoltura biologica rispettosa dell’ambiente, o l’installazione di nidi artificiali nei luoghi più adatti alla nidificazione, ripristinando quelli caduti o danneggiati, oltre a tutelare gli habitat che predilige, canneti e zone umide che servono da tappe di sosta durante i lunghi viaggi che intraprende per la migrazione. Non dimentichiamo inoltre che la distruzione dei nidi in periodo riproduttivo, costituisce un reato ai sensi della legge n. 157/’92 e dell’articolo 635 del codice penale.

    Nonostante la rondine sia assai prolifica, è soggetta purtroppo ad un’elevata mortalità. In genere vive 3 o 4 anni, e 6 rondini su 10 non raggiungono il primo anno di vita. Questo grazioso uccello continua tuttavia a popolare sottotetti e portici delle abitazioni, deliziandoci con la sua piacevole compagnia, e proteggendoci da insetti e zanzare.

    Quando l’estate volge al termine interni stormi rumorosi si posano sui fili della luce, è il segnale inconfondibile che l’autunno è ormai alle porte e un nuovo lunghissimo viaggio sta per iniziare.

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