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17 Settembre 2018

ALBERI MONUMENTALI La quercia di Manildo

Dal 2013, con legge n.10, lo stato italiano ha una normativa nazionale che colma un precedente vuoto e rafforza l’apparato di tutela dei grandi alberi.

L’art 7 della legge, infatti, riporta le “disposizioni per la tutela e la salvaguardia degli alberi monumentali, dei filari e delle alberate di particolare pregio paesaggistico, naturalistico, monumentale, storico e culturale”.

A tale scopo vengono definiti i criteri per identificare un albero monumentale, rendendoli univoci ed omogenei su tutto il territorio nazionale.

Si definisce, quindi, albero monumentale:

“a) l'albero ad alto fusto isolato o facente parte di formazioni boschive naturali o artificiali ovunque ubicate ovvero l'albero secolare tipico, che possono essere considerati come rari esempi di maestosita' e longevita', per eta' o dimensioni, o di particolare pregio naturalistico, per rarita' botanica e peculiarita' della specie, ovvero che recano un preciso riferimento ad eventi o memorie rilevanti dal punto di vista storico, culturale, documentario o delle tradizioni locali;

 b) i filari e le alberate di particolare pregio paesaggistico, monumentale, storico e culturale, ivi compresi quelli inseriti nei centri urbani;

 c) gli alberi ad alto fusto inseriti in particolari complessi architettonici di importanza storica e culturale, quali ad esempio ville, monasteri, chiese, orti botanici e residenze storiche private”.

I comuni hanno il compito di censire gli alberi che rispondono a queste caratteristiche presenti sul loro territorio e fornire queste informazioni alle rispettive Regioni, le quali, a loro volta, dovranno redigere l’elenco regionale.

La Riserva Naturale Monte Rufeno, attraverso i Guardiaparco, da anni effettua su tutto il territorio comunale il censimento degli alberi monumentali, predisponendo, in collaborazione con il Comune di Acquapendente,  quanto necessario al loro futuro inserimento nell’elenco regionale.

Molte piante sono già diventate monumentali, una in particolar modo attira l’attenzione di residenti e pellegrini: il cerro di Manildo Lombardelli, presso il podere La Casina, appena fuori Acquapendente.

Questa quercia, Quercus cerris, è diventata un Albero Monumentale della Regione Lazio con il codice identificativo 23/A040/VT/12 e con queste mirabili misure: circonferenza del tronco cemtimetri 385, altezza metri 21, diametro della chioma metri 28.

Un vero gigante!

Spesso la sopravvivenza di questi alberi è stata in passato assicurata dal loro legame con qualche episodio storico o religioso, che ha fatto loro acquisire un valore speciale agli occhi della comunità locale.

Il cerro di Manildo è qui perché lui da 40 anni se ne prende cura, ma, in precedenza, i vari propositi di taglio furono sempre abbandonati perché, come lui stesso racconta, la mole di questa quercia è sempre stata tale che guidarne la caduta per dei tagliatori sarebbe stato impossibile.

La Riserva Naturale ha realizzato per il Cerro un pannello descrittivo, posizionato all’ingresso del podere La Casina, per renderlo visibile e permettere, anche ai tanti turisti che si soffermano ad ammirarlo, di conoscere la sua storia.

Sabrina Di Francesco

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