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Storia degli acquedotti dell'Appia Antica

    Tra i quartieri di Cinecittà e Quarto Miglio si estende un’area verde di 15 ettari, residuo di un tratto di campagna romana, che originariamente raccordava i Colli Albani e le porte della città. Qui sorgevano ben 6 degli 11 acquedotti che rifornivano l’antica Roma il primo (Aqua Appia) risale al 312 a.C. A questi si aggiunge l'Acquedotto Felice, costruito in epoca rinascimentale dal papato e ancora oggi impiegato per l'irrigazione.

    Nella realizzazione di un acquedotto c'era la scelta della sorgente o del corso d'acqua da cui attingere, che doveva tener presente non solo della qualità dell'acqua, ma anche della quantità e regolarità del flusso, e soprattutto della quota del punto di captazione, visto che la propulsione, doveva essere garantita per quanto possibile dalla gravità risultante dalla pendenza dell'intero percorso.

    Un acquedotto iniziava generalmente con un bacino di raccolta realizzato con dighe, che tratteneva le acque di superficie, nel caso di acque sotterranee venivano scavati pozzi e cunicoli che convogliavano l’acqua in un condotto unico. Il passaggio successivo era la sosta nelle vasche di decantazione dove venivano fatte depositare le prime impurità. Da qui l'acqua veniva immessa nel canale che la trasportava mantenendo una pendenza leggera e costante per assicurare uno scorrimento regolare e non troppo veloce.

    Il percorso era preferibilmente sotterraneo, in un corridoio scavato nella roccia, in qualche caso correva in superficie, coperto con lastre di pietra, e solo per l'attraversamento di corsi d'acqua o depressioni correva su muri o su arcate. Alla fine del percorso si trovava una costruzione che conteneva altre camere di decantazione e la vasca terminale da cui l'acqua veniva distribuita nelle condutture dell'utenza urbana.

    L'intero tracciato della via Appia Antica, rappresenta un concentrato di grandiosi resti monumentali dei sette acquedotti romani e di epoca papalina che servivano l'antica Roma: Anio Vetus (tutto sotterraneo), Aqua Marcia, Aqua Tepula, Aqua Iulia e Acqua Felice (sovrapposti), Aqua Claudia ed Anio Novus (sovrapposti).

    In prossimità della via Tuscolana, è possibile vedere i resti in superficie degli acquedotti Claudio, Marcio e Felice, fiancheggiati da una strada in basolato.

    L'alberata storica a fianco del viale, parallela all'acquedotto Claudio e all'acquedotto Felice, costituisce una delle vedute più belle e famose di Roma di grande importanza storica ed iconografica.

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