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Grotte della Val de Varri

    L'ingresso delle cavità è localizzato alla base di una parete calcarea, dove il torrente di fondovalle forma una cascata le cui acque s'inoltrano nella grande galleria dell'inghiottitoio. Due i rami principali: quello di destra è fossile, mentre quello di sinistra è formato da una galleria superiore e da una sotterranea, attualmente attraversata da un torrente. Il sistema carsico presenta inoltre laghetti e vasti saloni ricchi di stalagmiti, e per i reperti rinvenuti è considerato il primo insediamento riconosciuto del Bronzo Medio (XVII-XIV sec. a.c.) nel Lazio. Infatti, scavi promossi dalla Soprintendenza ai Beni Archeologici del Lazio in collaborazione col Comune di Pescorocchiano hanno consentito il recupero di numerosi reperti che attestano la presenza dell'uomo nella grotta come residui di focolari, frammenti ceramici, ossa di animali. E non è tutto. In diversi punti della galleria superiore, infatti, sono state rinvenute sulle pareti rappresentazioni di arte rupestre costituite da segni eseguiti tramite impressioni digitali oppure per mezzo di picchiettatura e abrasione, a forma di cerchi di punti, spirali, linee semi-circolari. Interessante segnalare, tra i resti faunistici recuperati, oltre a quelli di suidi e bovidi, anche resti di lupo, tuttora presente su queste montagne. All'esterno e all'interno della grotta è in allestimento un percorso turistico.

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