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3 Dicembre 2019

L’Albero d’Italia

Arbusto che insieme al mirto e al lentisco costruisce la tipica macchia mediterranea lungo le coste italiane. Stiamo parlando del corbezzolo il cui nome latino Arbutus, deriva da due radici celtiche, “ar”, aspro e “butus”, cespuglio, con riferimento al sapore aspro di foglie e frutti. Unedo deriva dal latino “unum tantum edo”: ne mangio uno solo. Questa nomea gli fu affibbiata da Plinio il Vecchio che riteneva i frutti di scarsa qualità.

In questo periodo sulla stessa pianta possiamo osservare le foglie verdi scure e lucide, i fiori bianco crema in grappoli penduli e i frutti rugosi di colore rosso. Nell’Ottocento evocò la bandiera italiana, simbolo dell’unità nazionale. Dopo la prima guerra mondiale, il corbezzolo venne inserito tra le “specie patriottiche” assumendo il nome di “Albero d’Italia”.Giovanni Pascoli, nelle Odi dedica al corbezzolo:

“...o verde albero italico, il tuo maggio
è nella bruma: s’anche tutto muora,
tu il giovane gonfalon selvaggio
spieghi alla bora:...”.

La pianta è ricca di tannino. Le foglie hanno proprietà antireumatiche, astringenti e antisettiche (usate come disinfettante delle vie urinarie). I frutti sono commestibili e possono essere utilizzati per la preparazione di marmellate e liquori.

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